Le celebrazioni per la “festa della donna” a Montevarchi, in provincia di Arezzo, si sono svolte all’insegna della propaganda all’omosessualismo.
I ragazzi delle scuole sono stati portati a vedere un docu-film che racconta del matrimonio tra due lesbiche in Svezia, e poi hanno assistito alla celebrazione di una trascrizione di unione civile nei registri comunali tra due omosessuali (ma la legge sulle unioni civili ancora non è stata approvata, né promulgata, né è entrata in vigore!!!).
In un comunicato stampa il Consigliere Regionale Giovanni Donzelli, capogruppo di Fratelli d’Italia, si chiede quale sia la portata didattica di tale attività scolastica: “Non si capisce assolutamente quale sia il senso di portare i ragazzi ad una iniziativa del genere, piuttosto che, ad esempio, alla premiazione delle coppie che hanno celebrato le nozze d’oro, che si è tenuta appena tre settimane prima”.
E giustamente ribadisce: “La scuola deve continuare a diffondere valori condivisi non può essere luogo per sfogare i capricci della lobby gay”.
Questi modi sfacciati di fare propaganda a una ideologia, l’omosessualismo, sono inaccettabili: nessun “-ismo” dovrebbe essere veicolato dagli educatori che siano effettivamente tali, che abbiano a cuore l'”e – ducere” e quindi la formazione di una coscienza critica nei discenti.
Ma la cosa più grave è che – a quanto dicono alcuni genitori dei ragazzi interessati – la scuola ha chiesto l’autorizzazione a portare i giovani a vedere un documentario didattico e ha sottaciuto sia il tenore del docu-film, sia la lieta cerimonia cui i ragazzi sono stati costretti a partecipare.
Se questo è vero, se la reticenza e la malafede menzognera di talune istituzioni scolastiche avesse leso i diritti costituzionalmente garantiti dei genitori, Donzelli pubblica su Facebook l’offerta di gratuito patrocinio per consentire ai genitori in questione di adire alle vie legali.
Redazione