Delaume-Myard e Rupert Everett: due omosessuali dichiarati, ma non votati all’omosessualismo.
Sono tra coloro che usano – ancora – la ragione e non si lasciano accecare dall’ideologia.
Jean Pierre Delaume-Myard è un omosessuale dichiarato noto per aver aderito alla Manif Pour Tous. A Roma ha detto: «Non sono orgoglioso del mio orientamento omosessuale… i gay, invece, si richiamano a una cultura e a uno stile di vita. Hanno bisogno che il loro macellaio, il loro panettiere, il loro venditore di giornali sia gay». Questo ci spiega cosa è l’ideologia, la “mitologia razionale”: quando su ciò di cui parliamo ci costruiamo un mito.
Per esempio: la scienza esiste ed è razionale; il mito della scienza, lo scientismo, non lo è. Esiste l’omosessuale, e questo è un fatto; e poi c’è il gay, che vive del mito dell’omosessualità.
Con il matrimonio omosessuale abbiamo a che fare non con l’omosessualità, ma col suo mito, con una mitologia. Un antropologo ormai anziano – Girard – ha cercato di spiegare i miti come “costruzioni fondate sulla vittima”, sul capro espiatorio. Ebbene: la famiglia è il capro espiatorio di questa costruzione mitologica, e chiunque si permetta anche solo di pensare con la propria testa, diventa un pericoloso nemico da additare al pubblico disprezzo: il povero Barilla è un esempio di rieducazione mediatica mondiale istantanea di tipo neomaoista.
Peggio: Rupert Everett, al quale è un po’ difficile rivolgere accuse o sospetti di omofobia, ha detto tra l’altro che non riesce a pensare niente di più triste di un bambino con due padri (o due madri). Per questo è stato insultato e minacciato di morte.
Insomma: qui è in discussione la libertà di pensiero e di parola. Non posso pensare e dire che non sono d’accordo con le lezioni universitarie a Londra con maschi e femmine separati, perché mi accusano di islamofobia; non posso dire e pensare che non sono d’accordo con il matrimonio omosessuale, perché mi tacciano di omofobia; c’è altro da aggiungere alla lista? La libertà di pensiero e di espressione è diventata un’idea nuova in Europa?
Dobbiamo constatare che le cose stanno proprio così: è una “semplice” battaglia per la libertà di pensiero quella che abbiamo davanti. Delaume-Myard mi pare che non sia credente e quindi la sua battaglia è condotta semplicemente in base alla ragione umana; è una battaglia razionale e ragionevole che individua – non che sia tanto difficile – la vittima principale di questa guerra nel bambino.
È veramente strano che una civiltà che è approdata ai diritti degli animali, non riesca a proclamare i diritti del bambino, che – invece – nell’intervento di Delaume-Myard vengono in primo piano: è una favola che al bambino non faccia né caldo, né freddo avere due padri o un solo genitore. Del resto il vecchio Freud non è amato dall’avanguardismo gayardo perché la sua dottrina prevede il triangolo – padre, madre, bambino – e la differenza sessuale non è considerata facoltativa.
Delaume-Myard ha quindi concluso: «Combatto in coscienza e con tutte le mie forze affinché ogni bambino abbia un padre e una madre e, se fossi eterosessuale, perseguirei lo stesso scopo, quello della ragione!».
La ragione, questa sconosciuta. Insomma: la libertà di pensiero è un’idea nuova e la ragione…è una straniera. Siamo messi proprio bene...
Rodolfo Granafei
Fonte: Notizie ProVita