18/02/2017

Omosessualismo e omofobia. Interrogazione sul caso De Mari

Omosessualismo dilagante, omofobia sbandierata, buon senso dimenticato... questi i principali ingredienti del “caso Silvana De Mari”, medico e scrittrice fantasy messa alla gogna per aver riportato dati scientifici sui pericoli delle pratiche omosessuali (o, meglio, omoerotiche).

L’Ordine dei Medici di Torino, per voce del suo Presidente, aveva “minacciato” di prendere provvedimenti. Una dichiarazione pubblica frettolosa e illegittima, almeno in mancanza di un’indagine preliminare approfondita rispetto ai termini della questione.

Asservimento all’omosessualismo anche nel campo medicina, dunque. Un’ideologia sempre più diffusa ma che non merita di trovare spazio in una società che voglia dirsi civile.

Ecco il testo dell’interrogazione al Ministro della Salute presentata dai Senatori Giovanardi, Gasparri, Aracri, Compagna, Di Biagio, Augello, Candiani, Malan. 

Premesso che, a quanto risulta agli interroganti:

nelle settimane scorse, sul quotidiano “La Stampa” di Torino e, in seguito, in altre testate e blog su internet, nonché nei principali social network, faceva scalpore la notizia relativa ad un medico chirurgo, dottoressa Silvana De Mari, che, in riferimento a certe pratiche sessuali in uso anche tra persone con tendenze omosessuali, con riguardo ai gay, sosteneva che ascessi, incontinenza, herpes e condilomi sono la conseguenza di tali pratiche, con spaventose conseguenze dal punto di vista fisico, che escludono che questa possa essere una forma di normalità;

in seguito, si susseguivano numerosissimi articoli sulla carta stampata e la dottoressa De Mari veniva più volte intervistata, anche in trasmissioni radiofoniche, quali “La Zanzara” su Radio 24, in cui confermava queste proprie tesi;

veniva addirittura lanciata una petizione online tramite il sito di campagne di sensibilizzazione “change.org”, che raggiungeva migliaia di firme recapitate presso l’ordine dei medici di Torino, chiedendo la radiazione della dottoressa. Così, pure, risulterebbe che altre mail o richieste siano pervenute in analogo senso all’ordine dei medici di Torino da terze parti;

alcune organizzazioni pro lgbt annunciavano querele nei suoi confronti;

in data 18 gennaio 2017, appariva sul quotidiano “La Stampa” online a firma Alessandro Mondo, un articolo dal seguente titolo: «La dottoressa omofoba rischia la radiazione Il presidente dell’ordine: “La medicina è un’altra cosa”. Aperto un procedimento disciplinare»;

nel corpo del testo, si legge che ad annunciarlo è lo stesso presidente dell’ordine dei medici, dottor Guido Giustetto, il quale, stando ai virgolettati dell’articolo, così avrebbe dichiarato: «Personalmente quelle della dottoressa, che non conosco, le giudico come affermazioni che non corrispondono a ciò che oggi pensa la Medicina. Del resto lo riconosce anche lei, sostenendo di non essere politicamente corretta. Diciamo che la sua posizione non è nel perimetro delle conoscenze scientifiche»;

continua il presidente affermando, sempre stando ai riferimenti del quotidiano, che «Apriremo il procedimento disciplinare, convocandola e chiedendole spiegazioni, spiega Giustetto; il mondo è pieno di medici che dicono cose strane. La cosa ci interessa nella misura in cui può creare problemi alla salute pubblica e mettere in cattiva luce la professione medica. Oltretutto, e questo ci preoccupa, lei mette un peso particolare sulla sua professione». Insomma – così chiosa l’articolo – netta presa di distanza e al tempo stesso piedi di piombo in attesa di decidere come comportarsi: «In questa fase dobbiamo capirne di più»;

sul punto, occorre sottolineare come le affermazioni rese dalla dottoressa De Mari sui danni proctologici e sui rischi infettivologici sono affermazioni certe e scientificamente documentate da dati anatomopatologici e statistici;

non è pertanto comprensibile a che cosa si riferisca il dottor Giustetto con l’espressione “non corrispondenza a ciò che oggi pensa la medicina”, dato che non risulta che la medicina “pensi”, e che, comunque, la “medicina attuale” abbia una visione nuova dell’anatomia di parti dell’apparato digerente, e posto altresì, che tutta la letteratura scientifica in tema di proctologia e infettivologia senza alcuna eccezione, presenta i maschi con tendenze omosessuali come categoria a rischio per un enorme numero di patologie proctologiche e infettivologiche;

analoghe considerazioni naturalmente possono essere fatte anche nei confronti delle coppie eterosessuali che intrattengono tale pratica,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo ritenga normale che, di fronte ad una legislazione specifica sul tema, afferente ai procedimenti disciplinari dei medici (si veda il decreto del Presidente della Repubblica 5 aprile 1950, n. 221, art. 39), il presidente dell’ordine dei medici, che dovrà esaminare e poi, eventualmente, giudicare la posizione del soggetto incolpato, renda ai giornali delle dichiarazioni quali quelle apparse sul quotidiano “La Stampa” del 18 gennaio 2017 e mai smentite, il tutto prima ancora che si avvii siffatto procedimento e a dispetto di un titolo roboante: “l’Ordine dei Medici avvia un procedimento disciplinare” (pure questo mai smentito);

se ritenga opportuno che, per quanto detto, il presidente dell’ordine dei medici che dovrà giudicare la dottoressa De Mari anticipi a mezzo stampa le proprie “valutazioni” sul caso;

quanto al merito della vicenda, e alle specifiche affermazioni rese dal presidente dell’ordine dei medici, se ritenga corretto che egli rilasci affermazioni, a dispetto delle affermazioni rese dalla dottoressa De Mari, come: “quelle della dottoressa le giudico come affermazioni che non corrispondono a ciò che oggi pensa la Medicina” e poi che “la sua posizione non è nel perimetro delle conoscenze scientifiche” ed infine che “il mondo è pieno di medici che dicono cose strane”;

più specificamente, come valuti il Ministro in indirizzo la conformità tra le dichiarazioni rese dalla dottoressa De Mari e le attuali conoscenze medico-scientifiche e se ritenga che le pratiche descritte dalla dottoressa De Mari possano portare a contrarre le patologie illustrate in precedenza;

se infine voglia comunicare al Parlamento se sia a conoscenza di tutte le circostanze esposte e se intenda intervenire, e con quali mezzi o iniziative, presso il collegio dell’ordine dei medici di Torino, disponendo, anche se del caso, una formale ispezione ministeriale;

se intenda richiamare gli ordini dei medici, affinché si attengano alla loro funzione primaria, che è la cura delle persone e la corretta informazione sulle malattie e sulla loro possibile prevenzione.

Non appena possibile daremo evidenza sul nostro sito della risposta a questa interrogazione. Solo allora sapremo se l’omosessualismo è entrato di diritto nelle nostre vite, o se viviamo ancora in un Paese che segue la legge naturale.

Redazione


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