L’omosessualismo è un’ideologia connessa al gender e alla cultura nichilista che fa propaganda destrutturante il genere umano.
Come tutte le ideologie, il terreno più fertile per la propaganda lo trova nelle scuole.
Due studenti ci hanno scritto questo articolo per far luce sulla “Rete degli Studenti Medi”, un’associazione studentesca che di questa propaganda ne sa più di qualcosa.
La “Rete” o “Rete degli studenti Medi”, è un “sindacato studentesco”, o almeno come tale si presenta. E’ stata fondata nel 2008 grazie alla fusione di tre soggetti politici, tutti provenienti dalla sinistra italiana, e foraggiati ampiamente dalla CGIL (i collegamenti, anche economici, tra il sindacato più influente d’italia e la “Rete” appaiono se non espliciti quanto meno evidenti).
Gli ‘adepti’ che si iscrivono a questo gruppo successivamente confluiscono nell’UDU (unione degli universitari di sinistra), tecnica di ingaggio sia di possibili elettori per le elezioni politiche, ma anche di ‘eleggibili’: si possono avvicinare infatti gli universitari che più si prodigano nel ‘proselitismo militante’. Questi ultimi vengono formati attraverso riunioni e campus estivi nei quali vengono indottrinati ai ‘valori’ della sinistra, estremizzati all’inverosimile.
La “Rete” nega rapporti particolari con la CGIL e con partiti politici, ma a partire dalla sede centrale (via Morgagni, 27 – Roma, stessa sede dell’ UDU, che invece ammette di ricevere fondi dal sindacato di Susanna Camusso) ogni attività, manifestazione e progetto richiama alle tanto celebrate fondamenta della confederazione generale dei lavoratori. Ai convegni ospite d’onore è spesso la già citata Camusso, oltre a molti esponenti della sinistra italiana.
Fin qui, nulla di male, è chiaro. Solo, nel notare che mai vengano presi in considerazione ospiti di colore politico divergente, viene meno l’ostentata neutralità politica e di pensiero ideologico.
Resi saldi questi punti, resta il forte, e quantomai evidente – in tempi di duro attacco alla famiglia – collegamento tra “Rete” e associazioni LGBTQ.
Oltre a schierarsi apertamente a favore di nozze gay, stepchild adoption, e teoria gender la Rete, spesso sovvenzionata da organi nazionali per la lotta al razzismo, alla discriminazione, ecc, organizza veri e propri corsi di indottrinamento all’omosessualismo, in collaborazione con le più note sigle dell’associazionismo LGBTQIA [...].
Lungi da noi il cadere nelle generalizzazioni, e nelle banalità. Rimandiamo infatti agli articoli della Rete stessa, per la semplice constatazione di quella che comunque può essere definita una forzatura di carattere ideologico.
Ed ecco allora il sostegno della Rete alle piazze LGBT del 23 gennaio (cliccare qui e ancora qui).
Ecco le proposte di “educazione sessuale” nelle scuole (ovviamente gestita solo dall’associazionismo LGBTQ, altrimenti che “educazione” sarebbe?): cliccate qua. E se leggete il link, capirete ancora una volta quanto la Rete sia neutra politicamente: Eugenia Roccella è definita ‘medievaleggiante’).
Nelle scuole, stando questi dati (solo un assaggio), non c’è speranza, dunque? In realtà la speranza c’è, ma richiede la buona volontà dei giovani “non allineati”: dobbiamo costituire associazioni che possano coinvolgere i nostri colleghi, permeare il tessuto sociale studentesco, sul modello della “Rete”, ma con modalità di costituzione ‘dal basso’ e con maggiore neutralità. Come dovrebbe essere l’educazione (italiana): non ideologica, ma in grado di fornire ai discenti gli strumenti critici per aderire con vera libertà a quella, tra le ideologie che incontrano, che loro, se lo vogliono, possono condividere.
Associazioni che vadano a garantire quel clima di dialogo sereno che tanto ha fatto bene a chi – pochi, a dirla tutta – ha vissuto una “scuola” davvero istruttiva, termine che ha come ovvio sinonimo una parola a noi cara, ma evidentemente poco rilevante per chi sostiene la “Rete”: democrazia.
Paolo Brescia e Lorenzo Arcese