Alla prossima Assemblea generale dell’ONU si sta preparando un campo di battaglia: si voterà a breve sull’ordine del giorno più importante per l’agenda omosessualista LGBT che l’ONU abbia mai affrontato.
54 Stati africani hanno espresso il loro deciso dissenso.
Hanno presentato una risoluzione la scorsa settimana che contesta la legittimità di una decisione presa a maggioranza molto risicata dal Consiglio dei diritti umani nel giugno scorso per promuovere in sede ONU le questioni LGBT.
Gli africani hanno protestato per l’assillo incessante e maniacale sugli “interessi e comportamenti sessuali” e hanno chiesto che tali questioni siano separate dal contesto dei diritti umani.
Sono fortemente preoccupati per i tentativi di introdurre e imporre nuove nozioni e nuovi concetti che non sono condivisi a livello internazionale. Hanno quindi espressamente chiesto di smetterla.
I Paesi che appoggiano l’agenda omosessualista, prevalentemente gli Stati occidentali, ma anche alcuni Stati sud americani, vorrebbero si trattasse come un’alta priorità la questione LGBT, perché cessino la violenza e la discriminazione sulla base dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere.
Indonesia, Cina e India sono invece tra le nazioni asiatiche che hanno espresso il sostegno per l’adozione di un approccio ai diritti umani che sia rispettoso della cultura, della religione e della tradizione, dei singoli Paesi, e si sono dichiarati propensi a sostenere il gruppo africano.
Sono 76 i Paesi in tutto il mondo che proibiscono la sodomia. Se tutti voteranno a favore della risoluzione, questa sarebbe quasi certamente approvata. I Paesi ricchi, USA in primis, però, spesso ricattano quelli più poveri: subordinano aiuti e sostegno economico all’accettazione della propaganda abortista e omosessualista.
La questione è certamente delicata. A noi fa orrore la legislazione di quei Paesi che puniscono con severe pene corporali – o addirittura con la morte – la sodomia. Vorremmo certamente che i diritti umani, quelli veri, fossero rispettati in tutto il mondo. Ma questo non è quello che vuole la lobby LGBT: questi pretendono di imporre a tutti come normale ciò che normale non è. Pretendono di imporre ai genitori di insegnare ai bambini che possono scegliere da sé il “genere” di appartenenza. Pretendono che sia normale comprare i bambini e farli crescere con due “mamme” o due “papà”...
Insomma, i nostri Lettori lo capiscono bene: l’agenda LGBT all’ONU non deve passare. Quanto ai diritti umani, quelli veri, è ovvio che auspichiamo vengano rispettati da tutti. Del resto l’ONU è nata per questo (... ma fa sedere la Cina fra i membri permanenti del Consiglio di sicurezza con diritto di veto...).
Redazione
Fonte : LifeSiteNews
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