16/06/2015

ONU: nuovi diritti LGBT, ma niente matrimonio gay

Rapporto delle Nazioni Unite chiede nuovi diritti LGBT, ma lascia fuori il matrimonio gay.

La scorsa settimana l’ufficio dei diritti umani delle Nazioni Unite ha pubblicato la sua ultima “perla”. Si tratta di pareri degli “esperti” sui diritti di lesbiche, gay, bisessuali e transessuali (LGBT).

L’ennesimo rapporto che cerca di aprire nuovi orizzonti ai “diritti” delle persone LGBT ma che allo stesso tempo, nella lunga lista di nuovi diritti “speciali”, non comprende il matrimonio tra persone dello stesso sesso.

Se da un lato, dunque, il documento attesta il rapido avanzamento della lobby LGBT all’interno della burocrazia delle Nazioni Unite – 30 nuovi posti in tutte le agenzie delle Nazioni Unite sono stati designati come “punti focali per i diritti delle persone LGBT” – dall’altro però dimostra che nell’organizzazione intergovernativa sono ancora presenti voci che si alzano in difesa della sovranità dei singoli Stati.

Il rapporto rileva infatti che i paesi devono proteggere i diritti umani di tutti gli individui, compresi quelli che si identificano come LGBT, esortando i paesi a riconoscere il genere scelto dagli individui a prescindere dal loro sesso biologico o dallo stato civile, a emanare una legislazione completa contro la discriminazione in ambito pubblico e privato, e a fornire riconoscimento legale e protezione a coppie dello stesso sesso, ma ammette al contempo che “gli stati membri non sono tenuti ai sensi del diritto internazionale a riconoscere il matrimonio omosessuale”.

Il che è assolutamente vero.

Ovviamente, per non scontentare nessuno, gli esperti esortano i governi ad essere attivi nella difesa dei diritti delle persone LGBT e nella punizione degli atteggiamenti e delle pratiche discriminatorie. Nella relazione non manca poi l’accusa alla Chiesa Cattolica, che con i suoi insegnamenti sull’omosessualità contribuirebbe alla “stigmatizzazione e alla violenza contro gli adolescenti LGBT ed i bambini cresciuti da coppie dello stesso sesso”.Bludental

Si chiede il divieto di “terapie di conversione” per le persone che lottano contro l’attrazione verso lo stesso sesso, così come il divieto di interventi chirurgici per ragazzi e ragazze nati con difetti anatomici (c.d. “intersessuati”): questo dimostra anche in sede ONU una certa dose di .... omofobia, cioè odio per gli omosessuali a disagio con e loro pulsioni, che non possono farsi aiutare per superarle.

Tuttavia, mentre riconosce i progressi fatti per i diritti delle persone LGBT a livello globale, il rapporto “dimentica” di menzionare le tendenze opposte.

Negli ultimi anni infatti, 13 paesi europei hanno modificato le loro leggi e persino le costituzioni, per ribadire che il matrimonio è solo tra un uomo e una donna; inoltre, solo 34 paesi nel mondo hanno concesso lo status legale alle coppie dello stesso sesso.

Quello che in realtà viene fatto in quest’ultimo rapporto, è ripetere per lo più meccanicamente dei suggerimenti non vincolanti degli “esperti” delle Nazioni Unite.

Infatti, i Trattati per i diritti umani delle Nazioni Unite sono stati negoziati quando le leggi statuali non prendevano in considerazione gli interessi particolari delle persone LGBT, e quindi non li trasformavano in diritti. I diritti umani, quelli veri, sono sempre esistiti. I diritti “speciali” LGBT sono tali solo se riconosciuti dalla legge positiva (e contraddicono comunque il diritto naturale), in quanto non rientrano tra i “diritti umani” protetti dalla legge naturale.

 Fonte: C-fam.org

Laura Bencetti


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