Gli Stati Uniti, l’ Europa e alcuni paesi dell’America latina sono sempre più insistenti sull’omosessualità e sull’aborto in vista dei negoziati su un nuovo programma di sviluppo delle Nazioni Unite che partirà nel mese di settembre prossimo. I paesi Africani da parte loro non vogliono subire pressioni su questi temi, e hanno ripetutamente affermato che si tratta di questioni che rientrano nell’ambito della sovranità nazionale e invocano la norma internazionale della “non ingerenza”.
In realtà, nessun documento ufficiale né alcun trattato delle Nazioni Unite riconosce l’omosessualità o l’aborto come diritto. L’Assemblea Generale è stata vistosamente in silenzio su questi temi, perché molti paesi hanno ancora leggi che vietano e limitano l’aborto, così come le leggi che puniscono la sodomia.
Quindi i “liberal” cercano di promuovere queste istanze per vie indirette, attraverso commissioni e conferenze ristrette in cui i paesi occidentali hanno più potere per fare pressione sugli africani, come ad esempio nell’ambito dei programma sulla popolazione e lo sviluppo che sarà rilanciato a settembre.
Francesca Romana Poleggi
Fonte: LifeSiteNews