A seguito di un referendum popolare lo Stato americano dell’Ohio inserirà nella propria Costituzione il ‘diritto’ di abortire - cioè uccidere con barbara violenza - esseri umani esistenti, inermi e innocenti nel grembo materno; potenzialmente, fino al momento della nascita e senza alcuna limitazione.
La campagna a favore dell’iniziativa ha potuto dominare e avvelenare mediaticamente l’opinione pubblica grazie al costante flusso di decine di milioni di dollari garantiti dalle donazioni di George Soros, Michael Blomberg, la lobby abortista Planned Parenthood e altri magnati del nichilismo radicale, come lo svizzero Hansjorg Wyss, che da solo ha messo sul tavolo quasi 6 milioni di dollari.
In un mondo in cui sopprimere esseri viventi già pienamente dotati della dignità umana assurge al supremo rango di diritto costituzionale, cioè diritto fondamentale della società, qualsiasi battaglia per i «diritti civili», per la «giustizia sociale», per l’«uguaglianza» o le per la «pace nel mondo» perde di qualsiasi senso e credibilità.
Una generazione che, a furor di popolo, legittima l’iniezione di soluzioni saline o lo sferragliamento di pinze e tenaglie nel grembo di una madre per avvelenare e smembrare il corpo del figlio nella sua fase più innocente e vulnerabile, non ha più nessun diritto di protestare e indignarsi contro massacri terroristici, rappresaglie di Stato, occupazioni, deportazioni, torture, bombardamenti e olocausti.
Nessun diritto, nessuna coerenza, nessuna credibilità.
L’origine di ogni violazione dei diritti umani è la negazione, in principio e in radice, della dignità assoluta e intangibile dell’essere umano dal momento della sua venuta ad esistenza, che coincide, secondo l’indiscutibile evidenza scientifica, con l’istante del concepimento.
Deprivato l’uomo della sua incondizionata dignità, tramite la separazione ideologica e artificiale del concetto di «essere umano» da quello di «persona umana», la violazione dei suoi diritti diviene una mera conseguenza diretta.
Per questo, una esperta di umanità come Madre Teresa di Calcutta, ricevendo il Premio Nobel per la Pace, ammonì sul fatto che «l’aborto è la prima minaccia per la pace, perché se una madre può uccidere il suo proprio figlio, non c’è più niente che impedisca a me di uccidere te e a te di uccidere me».
Al di là di ogni legge o sentenza disumana, noi continueremo a batterci perché la dignità dell’essere umano sia sempre pienamente rispettata e difesa dal concepimento alla morte naturale.
Vogliamo un mondo senza guerre. Per questo ci battiamo contro l’aborto, ovvero l’origine del Male.