Prevenzione, cultura e unità d’intenti: potrebbe riassumersi in questo modo la ricetta di don Fortunato Di Noto, intervistato da Pro Vita & Famiglia, per cercare di mettere un freno alla deriva dei giovani nella società che tra pornografia, pedofilia e ipersessualizzazione è capace di violenze e gesti innominabili come quelli accaduti a Palermo e a Caivano.
Non basta però la sola repressione: occorre una cultura del rispetto che manca e che deve essere trasmessa ai giovani a tutti i livelli, partendo dalla famiglia per finire alle istituzioni. Un passaggio non facile, come spiega don Di Noto, visti anche gli interessi ormai in gioco che sembrano prevalere sempre, nella società di oggi, su buonsenso e vivere civile: «Io credo che il Decreto Caivano non basti e che con esso il governo non abbia avuto l’audacia che si aspettavano tutti. Noi sappiamo benissimo che il mercato della pornografia ha superato il mercato delle armi e della droga. Gli interessi in gioco sono talmente alti che occorre un’azione congiunta affinché la pornografia non diventi dipendenza e venga bloccata insieme agli altri disvalori ».
Il fatto che oggi sia tutto così a “portata di click” e raggiungibile a qualsiasi età amplifica il problema: «Non c’è controllo dei giovani – spiega Don Di Noto – e loro comprendono che quella che gli viene offerta senza freni è una parte di vita che si può vivere in maniera indiscriminata, senza dignità né rispetto dell’altro. Purtroppo si demanda agli altri ma non basta: occorre opera di educazione e prevenzione nella corretta percezione della nostra vita. Nessuno ne parla ma pensate sono gli stessi minori che spacciano pedopornografia, sono gli stessi minori che sempre più spesso abusano di minori. La situazione è gravissima e noi come Opera Meter da sempre cerchiamo di porre un freno a tutto questo».
Al primo posto deve esserci la tutela dei minori e per arrivare a questo propone una ricetta per cercare di gettare solide basi di contrasto alle derive valoriali: «Ci sono diverse possibilità di intervento: a partire da un investimento in risorse per educazione e prevenzione che deve essere capillare, costante, continuativa non a macchia d’olio come quando accade un’emergenza; un’azione partendo dalla famiglia, che è deprivata di questi strumenti, e che si trova in una situazione di fatica costante».
«Come si possono controllare le nuove tecnologie efficacemente? – si chiede don Di Noto - come fanno i genitori da soli a mettere in piedi un’azione mirata contro i rischi di oggi? Educare e prevenire serve ma occorre completare questa azione e fornire gli strumenti per farlo. Ad esempio: ci devono essere responsabilità da parte dei server provider. Gli utenti, poi, non devono essere solo clienti: mi rendo conto che passa un flusso di cose illecite enorme ma occorrono applicazioni che ci permettono di filtrare contenuti nocivi e devastanti».
Infine per Don Di Noto è l’azione congiunta che può veramente fare la differenza: «Occorre un’alleanza educativa in tutti i fronti. Percepisco tra le cose belle una deriva esistenziale. Io non so che adulti avremo un domani. Per questo occorre un’alleanza con le istituzioni vera e propria: non deve però accadere proprio l’emergenza affinché si intervenga. Occorre la buona volontà di tutti, istituzioni in primis, per arrivare a risposte efficaci».