Per il secondo anno di fila, si è aperta (e chiusa) a Parigi la fiera “Desir d’Enfant“, una vera e propria "kermesse" commerciale sull'utero in affitto. Un evento unico nel Paese anche perché si tratta di un paradiso dell'illegalità che rimane impunito.
In Francia, infatti, l’utero in affitto è vietato da una sentenza della Corte di Cassazione del 1991 che stabilisce l’indisponibilità del corpo umano e poi dall’articolo 16 di una legge del 1994. Chi vi ricorre rischia un anno di carcere e 15 mila euro di ammenda, ma dopo due edizioni non si capisce come sia possibile che nessuno dica niente su questo evento.
Nessuno si straccia le vesti neanche per le modalità assurde e anti-umane che sono alla base della scelta di comprare o meno un bambino. La fiera, infatti, propone "merce" per tutti i gusti e tutte le tasche. Si va da quasi 50mila a oltre 100mila euro per un bambino "geneticamente sano", mentre si ha poi una vera e propria gamma di scelta sul colore della pelle, quindi l'etnia, da scegliere nonché sul sesso del nascituro.
Continua dunque l'offensiva dei fautori dell'utero in affitto e il tentativo di portare avanti una narrazione alternativa, che faccia passare questa pratica come qualcosa di naturale e anzi da incentivare, proprio come recentemente fatto dal ministro dei Traporti degli Stati Uniti, vantatosi di aver "adottato" con il proprio compagno due bambini che in realtà sono stati letteralmente strappati alla madre, proprio come succede sempre con l'utero in affitto.
Fonte: Tempi