Il 30 agosto scorso la ministra delle Riforme Maria Elena Boschi, con delega alle Pari Opportunità, ha firmato il decreto che definisce la composizione dell’Osservatorio per il contrasto della pedofilia e della pornografia minorile.
«Il provvedimento – come è scritto sul sito del Ministero – risponde alla necessità di integrare la composizione dell’organismo allo scopo di permettere la continuità delle attività».
Leggendo però il testo del decreto, non si può non notare una grande, anzi, grandissima assenza.
La Boschi ha chiamato a far parte della Commissione, infatti, Telefono Azzurro, Save the children, Terres des hommes, vari funzionari ministeriali, forze dell’ordine ed altre realtà, ma non appare l’Associazione Meter Onlus guidata da don Fortunato Di Noto.
Eppure si tratta di un’organizzazione che da oltre due decenni anni stana e denuncia pedofili e siti che violano la dignità dei bambini, collaborando con le istituzioni non solo in Italia, ma a livello internazionale (più volte abbiamo dato conto delle sue benemerite attività, come ad esempio qui, qui, qui e qui).
In un comunicato, don Di Noto ha espresso «vivo rammarico e rincrescimento» per l’esclusione. «A scanso di equivoci – hanno fatto sapere dall’associazione Meter – precisiamo che non siamo alla ricerca di posti di potere. Semmai, vorremmo far presente che: don Fortunato è stato tra gli ideatori dell’Osservatorio; l’Osservatorio lavora acquisendo anche i report e dati forniti da Meter che ogni anno produce puntualmente e riscontrabili presso le sedi preposte; Meter non ha bisogno di presentarsi per la Sua ventennale esperienza, antesignana in Italia e nel mondo nella difesa dell’infanzia e sopratutto nella lotta alla pedopornografia».
«In attesa che il ministro Boschi si esprima su questa vicenda, confermiamo – conclude la nota – la nostra fiducia nelle istituzioni, forti del fatto che per la serietà dei suoi interventi e la qualità dei propri dati, Meter è partner ufficiale della Polizia Postale e delle Comunicazioni fin dal 2008».
Come si spiega una simile decisione della Boschi? Un particolare di non secondaria importanza è che tutte le associazioni inserite nell’Osservatorio sono favorevoli alle istanze LGBT. Meter invece ha a capo un sacerdote cattolico. A pensar male si fa peccato, eppure qui si sente odore di vera e propria discriminazione...
Chi tra i nostri lettori vuole protestare contro questa sconcertante esclusione, può inviare una mail all’Osservatorio: [email protected].
Redazione