Eccovi servito il turismo sessuale a distanza: migliaia di uomini del ricco Occidente che si aggirano tra chatroom e social network per adescare bambini a cui offrire pagamenti online a fronte di conversazioni erotiche esplicite.
Fenomeno in preoccupante ascesa ma che non trova un adeguato impianto normativo per affrontarlo. Questioni di sovranità statuale, difficoltà di reperire prove attendibili e di descrivere una fattispecie di reato ad hoc.
Anche per questo motivo “Terre des hommes”, un’organizzazione internazionale che lotta per i diritti dei minori, ha creato un modello digitale, un vero e proprio avatar che raffigura Sweetie, una bambina di fattezze asiatiche che dice di avere 10 anni e di vivere nelle Filippine.
Sweetie si inserisce nelle chat, non avvia alcuna comunicazione ma risponde ad ogni singolo contatto: con un inglese stentato e con le proprie immagini, anche via webcam, molto realistiche perché dirette al computer da tecnici specializzati.
I numeri sono spaventosi: Sweetie è rimasta on line due mesi ma stata raggiunta migliaia di pedofili. Più precisamente una media 285 volte al giorno, per un totale di 20.000 persone che hanno avuto con l’avatar chat esplicitamente erotiche, chiedendo di poterla vedere nuda o di compiere atti osceni. Molti di questi hanno proposto alla “bambina” forme di pagamento virtuale.
Nell’ambito di queste conversazioni, Sweetie si è dimostrata curiosa, simpatica, ingenua e particolarmente interessata all’interlocutore, così da raccogliere il maggior numero di informazioni possibili tanto da stilare un vero e proprio profilo del pedofilo.
L’associazione ne ha così redatto 1.000, documentazione che poi ha consegnato all’Interpol.
Scarse sono le possibilità di condanna per questi personaggi –i quali probabilmente cercheranno di giustificarsi dicendo che si erano accorti di comunicare con un avatar e di aver calcato la mano per questo- ma certamente l’iniziativa ha avuto il merito di sollevare la questione ed alzare l’attenzione nei confronti di questo nuovo orizzonte della pedofilia.
Redazione
