La pedofilia fa scandalo solo quando sono coinvolti i preti.
È invece un fenomeno molto diffuso, sempre troppo diffuso, coperto da una spessa coltre di omertà. E che qualcuno a livello internazionale vorrebbe considerare un orientamento sessuale tra i tanti...
Recenti fatti di cronaca ci fanno capire quanto grande sia tale emergenza.
Il 1° maggio si è celebrata la XX Giornata Mondiale contro la pedofilia e di preghiera per tutte le vittime di abusi. Per l’occasione, don Fortunato Di Noto, presidente dell’Associazione Meter, ha rilasciato un’intervista al Tempo in cui fa una disamina della situazione attuale.
La sua è una forte denuncia contro il silenzio complice di troppi anche per quel che riguarda la pedopornografia.
Il sacerdote di Avola ricorda che, nonostante ormai ogni procura italiana abbia un pool specializzato, con particolari competenze, per i casi di pedofilia, tali crimini sono ancora circondati da silenzio, complicità, nascondimento, omertà e indifferenza. Ed è proprio su questo che don Di Noto si sofferma.
«Quello che noi rileviamo – afferma – è un atteggiamento comune che fa fatica a prendere sul serio i casi di abusi sessuali sui minori». Non è strano infatti che tali abusi non siano considerati un crimine contro l’umanità dall’ordinamento internazionale? Purtroppo non si ha la percezione che siamo di fronte ad una vera e propria emergenza sociale, ad una nuova forma di schiavitù (pensiamo, appunto, al problema strettamente connesso della pedopornografia). Invece le antenne della gente e dei mass media si drizzano solo quando i fatti riguardano alcuni uomini di Chiesa...
Le cifre sulla pedofilia sono spaventose. Di Noto ricorda che sono almeno 10 milioni i bimbi abusati sessualmente dagli zero anni in su. Di qui la necessità di campagne informative che divulghino «la cultura del rispetto del corpo dei minori», che non c’è. Nel nostro mondo occidentale del XXI secolo, i bambini di fatto non hanno diritti: possono essere prodotti artificialmente con la fecondazione in vitro, venduti, sfruttati sessualmente, privati della mamma e di una famiglia con l‘utero in affitto, uccisi con l’aborto se malati o indesiderati, oppure soppressi con l’eutanasia se non più degni di vivere... per non parlare poi del sistema educativo imperante, dei divorzi che lacerano le famiglie e la vita dei figli, e così via. Nella nostra società «regna un atteggiamento schizofrenico nei loro confronti: da una parte si sfruttano per business, dall’altra li si ignora completamente».
Alla fine dell’intervista, don Fortunato dà un consiglio pratico a chi vuole denunciare un caso di pedofilia: invita a rivolgersi ad uno sportello dell’Associazione Meter o a telefonare al numero verde 8455270, oppure scrivere una mail a [email protected] .
Redazione
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