18/06/2013

Per favore dottore lo allontani dalla nostra sofferenza

In uno sviluppo sorprendente, i medici olandesi dicono che l’angoscia dei genitori è un valido motivo per imporre l’eutanasia ai bambini disabili

L’Olanda e il Belgio sembrano essere in corsa verso il punto più basso dell’etica medica. All’inizio della settimana, il Belgio era avanti di un’incollatura. Secondo quanto è stato riferito, il Parlamento ha raggiunto un consenso per allargare le controverse politiche sull’eutanasia fino ad includere i bambini gravemente malati. Ma il giorno dopo l’Olanda ha fatto la sua mossa proiettandosi in avanti.

La stampa olandese ha riportato uno sviluppo ancora più sorprendente sul fronte eutanasia. L’infelicità provata dai genitori di un neonato morente è una giustificazione sufficiente per uccidere il loro bambino – ha dichiarato la Royal Dutch Medical Association (KNMG), che rappresenta i medici nei Paesi Bassi.

In un nuovo documento politico – «Le decisioni mediche circa la vita dei neonati con gravi anomalie» – il KNMG ha spiegato il motivo per cui è accettabile, e talvolta anche necessario, applicare l’eutanasia ai bambini. Nei Paesi Bassi dare iniezioni letali ai bambini gravemente disabili o lasciarli morire di fame non fa più notizia, e del resto l’eutanasia neonatale è chiaramente consentita dal cosiddetto Protocollo di Groningen del 2004.

La splendida novità della dichiarazione di questa settimana è che la sofferenza dei genitori può essere un motivo per uccidere il neonato. Tra le altre cose il documento afferma che un’iniezione letale di rilassante muscolare è eticamente possibile quando «la fase delle gravi difficoltà respiratorie persiste e la morte inevitabile è solo rimandata nonostante le cure appropriate, e questo provoca gravi sofferenze per i genitori»

E’ importante capire che cosa c’è di così rivoluzionario in questa affermazione apparentemente meno traumatica di tante altre. Un essere umano innocente può essere ucciso senza esprimere il desiderio di morire perché la sua esistenza è emotivamente dolorosa per gli altri. Il genio è uscito dalla bottiglia. Oggi vengono presi di mira i bambini gravemente disabili, domani potrebbero essere gli adolescenti cerebrolesi, il giorno dopo potrebbero essere gli anziani dementi. Non avremmo cuore se non soffrissimo di fronte a questi casi; però d’altra parte avremmo un cuore di pietra, se li uccidessimo allo scopo di far cessare il nostro dolore.

Il dottor Verhagen, uno degli autori del rapporto KNMG e architetto del Protocollo Gronignen, ha spiegato a Volkskrant, un importante quotidiano olandese, perché l’angoscia dei genitori è rilevante. «Questi bambini sono grigi e freddi, hanno labbra blu e solo di tanto in tanto respirano all’improvviso e molto profondamente. Questo è molto brutto da vedere, e si può andare avanti così per ore e a volte per giorni»

L’esperienza è molto stressante per i genitori. La vista del loro bambino che rabbrividisce nei suoi ultimi momenti rimarrà in loro come una cicatrice per sempre. Tuttavia anche il dottor Verhagen ammette che il bambino potrebbe in realtà non soffrire tanto quanto sembra. Si può sentire il dolore e il disagio, ma la sofferenza è un fenomeno sociale e psicologico complesso senza criteri scientificamente validati.

Più obiettiva è la sofferenza dei genitori che assistono al disagio del bambino. I medici devono risparmiare ai genitori l’«abominio» di vedere il proprio figlio morire in quelle difficoltà, spiega il dottor Verhagen. Fa parte di una buona cura palliativa.

I criteri per eutanasizzare i neonati sono i seguenti: se il bambino soffre, se non può esprimere i propri desideri, se la morte è inevitabile e se il processo di morte è prolungato, allora il bambino può essere sottoposto a eutanasia e risparmiare ai genitori ulteriori gravi sofferenze.

Dei 175.000 bambini nati ogni anno in Olanda, il KNMG suggerisce che circa 650 potrebbero essere i casi indicati per l’eutanasia.

«Questi bambini, nonostante il trattamento molto intensivo, moriranno certamente nel breve termine. Essi hanno una prognosi sfavorevole e una prospettiva di vita molto tetra. Essi possono anche non dipendere da cure intensive ma dovranno affrontare una vita di sofferenza grave e senza speranza. Medici e genitori devono affrontare il problema molto serio se proseguire il trattamento o se quella che sembra una buona azione possa in realtà essere un danno, vista la sofferenza e la disabilità che deriveranno dalla cattiva salute del bambino»

Il dottor Verhagen è probabilmente il più noto esponente in favore dell’eutanasia per i bambini nei Paesi Bassi. Il mese scorso il Journal of Medical Ethics ha pubblicato la sua difesa del Protocollo di Groningen. Ha allontanato i timori che l’Olanda stia scivolando lungo un pendio scivoloso. Nel corso dei cinque anni dalla sua pubblicazione le fosche previsioni non si sono materializzate – così ha detto. Il numero di casi di eutanasia neonatale non è aumentato. Invece, lo screening prenatale è migliorato e i bambini gravemente disabili sono stati abortiti. «Ciò ha portato a un aumento delle interruzioni di gravidanza e a un minor numero di casi di eutanasia» ha scritto trionfalmente.

Forse dovremmo evitare il termine “pendio scivoloso” se porta i medici ad affermare tali sciocchezze. Il punto è che in Olanda e in Belgio l’eutanasia come soluzione praticabile ha preso piede. I criteri diventano sempre più inconsistenti, dagli adulti malati terminali, agli adulti che hanno perso il loro interesse per la vita, alla sofferenza dei bambini, e infine ai bambini i cui genitori sono afflitti.

Chiunque con un briciolo di buon senso può vedere che non è lontano il giorno, nei Paesi Bassi e in Belgio, quando la sofferenza dei figli adulti sarà motivo sufficiente per applicare l’eutanasia ai loro genitori fragili e anziani. «Per favore, dottore, lo allontani dalla nostra sofferenza»

di Michael Cook

Blu Dental

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