Come ogni primo sabato dei mesi dispari , si è svolta il 2 marzo scorso , dalle ore 9 alle ore 21 , la nostra 12 ore di preghiera per la Vita all’esterno del S. Anna di Torino, della Mangiagalli di Milano, dell’ospedale civile di Padova , del S. Anna di Caserta e del Garibaldi-Nesima di Catania , mentre dopo 3 giorni si è tenuta una manifestazione analoga all’esterno del S. Filippo Neri di Roma.
Il prossimo appuntamento è per sabato 4 maggio 2013 , sempre ore 9-21 .
Questo evento suscita crescenti contromanifestazioni rabbiose .
Si veda per tutte quella padovana (http://video.gelocal.it/mattinopadova/locale/padova-e-scontro-sull-aborto-davanti-all-ospedale/9549/9561), la meglio documentata a nostra disposizione .
Ora , per quale motivo la nostra protesta suscita questo tipo di reazioni ?
1) Da escludere dovrebbero essere le modalità scelte .
La preghiera è una pratica adottata in mille altri eventi in tema di difesa della Vita ed è atto pacifico per antonomasia , nella sua straordinaria carica spirituale e nella sua assoluta passività fisica .
Ecco , piuttosto può essere quest’ultima ad originare paradossale aggressività , soprattutto in coloro che appartengono ad aree culturali notoriamente sensibili ad azioni eroiche ispirate alla logica del trenta contro uno , ben note a coloro che frequentavano scuole e fabbriche negli anni settanta.
Il cattolico pregante (o meglio , orante) viene visto come naturale interprete della logica del porgi l’altra guancia , vittima sacrificale delle frustrazioni dei suoi avversari , soggetto che si può liberamente insultare se non aggredire fisicamente , identificato come soggetto che ha delegato la funzione intellettiva al Vaticano .
Proprio il Vaticano è uno dei bersagli di questi contestatori , per quanto la nostra forma di manifestazione sia finalizzata non ad affermare un’appartenenza religiosa , ma ad indurre a riflettere sul fatto che gli abortiti non si volatilizzano , ma vengono soppressi in luoghi ben precisi , dove il profitto prevale nel modo più radicale sulla Vita umana .
Ricordo che da quando è stata legalizzata l’interruzione volontaria di gravidanza , noi contribuenti abbiamo versato un minimo di 7 800 milioni di euro (oltre 15 000 miliardi di vecchie lire) per consentire la soppressione di nostri simili (l’aborto è assolutamente gratuito , secondo il Ministero della Salute dal 1978 sono stati praticati 6 milioni di aborti , il costo minimo di ciascuno dei quali è pari ad € 1 300) .
Somme che di fatto non si sono volatilizzate , ma che hanno arricchito e di molto parecchia gente , come agevolmente intuibile anche per coloro che , consapevolmente o meno , fungono da servi di potenti lobbies .
2) Il motivo di queste rabbiose reazioni è rappresentato , sin troppo evidentemente , dall’iniziativa referendaria sottesa alle 12 ore , organizzate per sensibilizzare l’evento di cui siamo promotori e che auspichiamo porti all’abrogazione della 194 .
E lo si nota chiaramente ascoltando le dichiarazioni dei nostri contestatori , che in taluni casi non ci hanno ancora ben identificato , ma che stanno imparando a considerarci come un elemento di rottura rispetto al pro life che hanno conosciuto in questi decenni .
Così come è stato legale in URSS sopprimere 6 milioni di Kulaki (secondo Conquest , un numero superiore sostengono gli altri storici più accreditati) in quanto piccoli proprietari terrieri e per Hitler eliminare 6 milioni di ebrei in quanto ebrei , dobbiamo far sì che al più presto nel nostro paese non sia più legale annientare altri concepiti in aggiunta a quei 6 milioni già soppressi in quanto concepiti.
Gli intelligentoni abortisti guardino quel filmato e riflettano su chi , incappucciato e no , rappresenta la loro avanguardia .
I sostenitori del liberalismo , studiando la storia , abbiano modo di rendersi conto di come sotto questo profilo i loro ideali siano stati contaminati dal marxismo , che per primo , tramite Lenin in URSS , legalizzò nel 1921 l’aborto , negando il diritto fondamentale dell’uomo , quello di nascere .
Un’ideologia radicalmente liberticida (quindi l’opposto di quella liberale) , non solo sotto il profilo politico , ma anche economico (divieto di proprietà e di svolgere attività di lavoro autonomo) e religioso (divieto di professare e propagandare la propria fede), e assai predisposta allo logica dello sterminio di massa, come dimostrano i 100 milioni di sue vittime certe che si contavano nel 1989, dato ampiamente cresciuto in questo quarto di secolo.
Così come cinicamente egoista è il femminismo , nel momento in cui rivendica il diritto di sopprimere donne già durante il concepimento (in Italia 3 milioni dal 1978, sempre secondo i dati del Ministero della Salute, se è vero che il 50% delle gravidanze si traduce nella nascita di una femmina), atto più radicalmente antifemminile di qualsiasi atto maschilista e di qualsiasi forma di femminicidio , che nella sua vigliacca brutalità non sopprime l’esistenza intera di una donna.
Chiediamo alle forze dell’ordine di salvaguardare il diritto di manifestare il nostro pensiero, riconosciuto dall’art. 21 della Costituzione, e di professare la nostra fede mediante un esercizio pubblico del culto, in linea con il disposto dell’art. 19 della Carta, allontanando e comunque tenendo debitamente a distanza coloro che intendono violare questi princìpi attraverso contromanifestazioni non autorizzate, in modo analogo a quanto viene loro garantito in occasione delle proprie più o meno pacifiche proteste.
E chiediamo a tutti di unirsi a noi , in adesione alla nostra ferma presa di posizione contro quella legge e all’iniziativa diretta alla sua abrogazione per via referendaria, partecipando alla 12 ore del 4 maggio 2013 e iscrivendosi a NO194 attraverso il sito www.no194.org.
di Pietro Guerini – Presidente e Portavoce nazionale NO194