Il ministro della Salute Roberto Speranza ha annunciato tramite un tweet le nuove direttive sulla Ru486, il cui utilizzo d’ora in poi, non prevedrà l’obbligo del ricovero e tutto ciò sarà possibile fino alla nona settimana.
Speranza ha infatti dichiarato con soddisfazione “Le nuove linee guida, basate sull’evidenza scientifica, prevedono l’interruzione volontaria di gravidanza con metodo farmacologico in day hospital e fino alla nona settimana. È un passo avanti importante nel pieno rispetto della 194 che è e resta una legge di civiltà.”
Eppure noi ci chiediamo come possa essere considerata una conquista, una simile decisione che lascerà le donne ancora più sole, a gestire e rielaborare quello che è un vero e proprio lutto, che potrà forse essere sradicato materialmente, ma che nella coscienza della potenziale mamma rimarrà sempre.
Per non parlare poi delle complicazioni che ne potrebbero derivare dal punto di vista della salute. Non solo, ma ci sembra quanto mai inopportuno l’esordio del tweet di Speranza “In base all’evidenza scientifica”, proprio in base a tale riscontro e mediante i potenti mezzi della tecnologia biomedica, ormai sappiamo con certezza che la vita è tale sin dal concepimento, senza se e senza me. E negarlo è una assurda contraddizione, non solo dal punto di vista medico, ma anche dal punto di vista logico: ci sembra, infatti, davvero incredibile essere costretti a sottolineare che, se siamo al mondo oggi, è solo perché siamo stati, embrioni e feti ieri, che, insomma, ogni fase che abbiamo attraversato, è stata necessaria e indispensabile per arrivare alla pienezza dell’esistenza. Dunque, ogni fase della nostra vita è stata vita, anche se in un modo diverso, perché altrimenti non avremmo la vita oggi!
E proprio in virtù di questo richiamo all’evidenza scientifica sarebbe interessante che medici, scienziati, professori, ricercatori, ma anche filosofi e politici intervenissero aprendo un dibattito sulla scia di queste dichiarazioni chiarendo, una volta per tutte, quanto di ideologicamente menzognero ci sia in questa premessa, perché non continuino a passare sulle nostre teste decisioni che potrebbero sembrarci a volte anche lontane dalla nostra esperienza ma che, in realtà, ci tangono eccome, perché penetrano, seppure in modo silente, fino alle radici dei costumi morali della nostra società, stravolgendone la visione dell’uomo e dell’esistenza stessa e questo non può non influenzare anche le nostre vite.
Dal canto suo il senatore Pillon ha commentato la notizia così, sul suo profilo Facebook: «Mi riservo di leggere le linee guida per intero, anche se credo che configurino una possibilità e non un obbligo per le regioni di somministrare la pillola ru486 in day hospital. Certo il ministro si sta prendendo una bella responsabilità mettendo a rischio la salute delle donne per ragioni ideologiche. Preferisco sostenere la natalità con coraggiosi aiuti economici da garantire alle mamme con gravidanze impreviste o a rischio, perché possano scegliere sempre la vita per il loro bambino. Abbiamo anche presentato un emendamento al decreto semplificazione per incentivare comuni e ASL che aprano nuove "culle per la vita"». Infatti un governo che si rispetti dovrebbe studiare tutti i modi possibili per preservare le vite dei suoi cittadini e non studiarne, invece, tutti i mezzi per favorirne la morte.