Come diceva Don Fortunato Di Noto, intervistato da Pro Vita e Famiglia dopo l’inizio del lockdown a causa della pandemia di coronavirus, i “mostri” non si sono fermati: la pedofilia è aumentata con la quarantena. Come? Attraverso la Rete.
I dati registrati nelle Filippine, spiega LifeSite News, sono raccapriccianti. I casi di sfruttamento sessuale online sarebbero aumentati di più del 250%, proprio quando fu dato l’ordine (giustissimo) di restare a casa. «I dati del Dipartimento di giustizia informatica del crimine informatico [...] hanno rivelato che il totale dei casi registrati dal 1 ° marzo al 24 maggio è arrivato a 279.166, il 264% in più rispetto ai casi registrati nello stesso periodo del 2019. Dal record del 2020, 132.192 sono stati registrati a marzo, 53.882 in aprile e 93.092 a maggio».
Tutto questo deve farci riflettere sulla cura speciale che meritano i nostri bambini. Non si può transigere sulla violenza contro di loro ed al contempo bisogna rendere la Rete un posto più sicuro.
Ma il miglior baluardo di difesa e prevenzione della pedofilia e pedopornografia è e resta uno soltanto: la Famiglia. È fondamentale che i bambini nell’accesso al web non siano abbandonati dalle figure genitoriali, è fondamentale che non siano soli, perché solo in solitudine possono cadere nelle trappole che gli vengono poste innanzi.
Dedicare loro tempo, favorire il dialogo e la condivisione non sono solo potenziali fattori di crescita dei nostri piccoli, ma anche veri e propri strumenti a loro tutela. Solo grazie a questa unità le famiglie potranno combattere efficacemente e vincere la pedofilia.