Una scelta chiara, in “difesa della vita dal momento del concepimento fino al termine naturale, perchè la pace si costruisce fin dal ventre materno”. Ieri mattina monsignor Josè Antonio Eguren Anselmi, arcivescovo di Piura e Tumbes (nel nord del Perù), ha lavato i piedini a 12 neonati durante la Messa nella Cena del Signore. “Oggi l’essere umano è oggetto di calcolo ed è considerato attraverso la categoria della “quantità”. Ma la verità è un’altra. Ogni essere umano, dal suo concepimento, è unico e irripetibile, è eternamente ideato e scelto da Dio, chiamato e conosciuto per nome. In ogni persona, in qualsiase fase o condizione della sua vita, risplende un riflesso della stessa realtà di Dio”, ha detto monsignor Eguren. La vita umana “ha un valore sacro e inviolabile. Nel riconoscimento di questo diritto si gettano le fondamenta della convivenza umana”.
Nelle parole dell’arcivescovo di Piura c’è l’eco della Grande Marcia per la Vita celebrata a Lima sabato scorso. Per le vie della capitale, con lo slogan “Proteggere il futuro”, hanno sfilato 100.000 persone: una cifra incoraggiante, che rivela una sensibilità in crescita; lo scorso anno al corteo in difesa della vita parteciparono 40.000 peruviani.
“Lo Stato deve difendere la vita, proteggerla e abbandonare il falso linguaggio con cui – proclamando la protezione della salute – cercano di eliminare delle vite” ha vvertito l’arcivescovo di Lima, il cardinale Juan Luis Cipriani, che ha preso parte all’evento. “Papa Francesco è un difensore della vita. E’ una gioia e una grande responsabilità che la Chiesa di oggi abbia un Santo Padre di questo continente”, ha sottolineato il cardinale.
“Da qui diciamo, con tutta l’umiltà, che in America Latina si difende la vita”. In Perù l’aborto è un reato, con l’unica eccezione terapeutica in caso di rischio di morte o gravi conseguenze fisiche per la madre. Nel 2009 è stato archiviato un progetto legislativo che avrebbe allargato le maglie della depenalizzazione. Ma il dibattito non si è mai spento.
di Michela Coricelli