Anche se la Commissione Europea rifiuta di prendere in considerazione eventuali provvedimenti sanzionatori nei confronti della Planned Parenthood International Federation, ci sono buone probabilità che i suoi loschi e macabri traffici abbiano varcato i confini degli Stati Uniti.
In America è stato dimostrato – con prove schiaccianti – il commercio di organi e di feti abortiti, senza il consenso delle madri. Lì è stato dimostrato che venivano usati protocolli ad hoc per far sopravvivere i bambini all’aborto, in modo da espiantare organi “freschi”.
Lì il Parlamento ha chiesto di bloccare i finanziamenti pubblici alla Planned Parenthood of America, ma il democratico Presidente Obama ha posto il veto sulla legge del Parlamento.
In Europa, abbiamo detto, la Commissione Europea si schiera apertamente a favore della PPF con argomenti falsi e risibili.
In Austria, intanto, il deputato Marcus Franz ha posto un’interrogazione parlamentare al Ministro federale della sanità sulla questione.
La Società Austriaca per la Pianificazione Familiare (OGF) è membro della Planned Parenthood International Federation. I deputati firmatari dell’atto parlamentare chiedono un’indagine sull’attività svolta da tale associazione, e sugli ospedali dove si praticano gli aborti, alla luce anche dell’articolo 12 della direttiva 2004/23 / CE che prevede che gli Stati membri si adoperano a garantire che la donazione di tessuti e di organi avvenga senza scopo di lucro, sempre col consenso del donatore.
Nell’interrogazione si chiede innanzitutto se gli scandali della PPFA sono conosciuti. E, in particolare, si intende che venga chiesto alle strutture sanitarie di fare una relazione sulle donazioni di tessuti fetali, su quanti vengono distrutti e su quanti vengono donati, a chi e a quale prezzo.
Si chiede inoltre di stringere il controllo sulle suddette strutture sanitarie che di fatto praticano aborti tardivi, oltre le 12 settimane, in violazione delle disposizioni di legge che in Austria – almeno formalmente – consentono l’aborto solo entro tre mesi.
Si chiede anche di accertare se prima degli aborti venga fornita idonea consulenza alle donne, anche psicologica, e che queste – come vorrebbe la legge – siano adeguatamente informate sulla procedura abortiva e sulle sue conseguenze, oltre che sulla eventuale donazione del feto o delle sue parti e che diano il loro consenso a tutto questo.
Terremo informati i nostri lettori sugli sviluppi della faccenda. Il Ministro della Sanità austriaco dovrà rispondere entro il 9 febbraio.
Redazione