Planned Parenthood dovrà affrontare un processo in Colorado, dopo che Cary Smith l’ha denunciata per aver omesso i necessari controlli sui sospetti abusi sessuali perpetrati ai danni della figlia tredicenne.
L’incubo di ogni madre.
Secondo la querela presentata il 20 giugno scorso, la figlia di Cary, R.Z., era aveva solo sei anni quando il suo nuovo patrigno, Timothy David Smith, ha iniziato ad abusare di lei sessualmente.
A questa età la bambina non riusciva a rendersi conto che la smodata attenzione nei suoi confronti da parte del patrigno era in realtà un crimine.
Passarono gli anni ma l’abuso continuò senza che la madre, Cary Smith, ne venisse mai a conoscenza.
Presto cominciò anche la forma la violenza verbale oltre che fisica tanto che il patrigno di R.Z. minacciò più volte di ucciderla. Violenza che coinvolse ad un certo punto anche Cary, pure in presenza della minore.
Poi R.Z. rimase incinta.
Il 3 maggio 2012, Timothy portò R.Z., di tredici anni, presso la clinica Planned Parenthood di Denver in Colorado, per farla abortire; tutto fu programmato da Timothy, la tredicenne era obbligata.
Il personale di Planned Parenthood incontrò R.Z. insieme al suo patrigno e fornì loro la documentazione necessaria.
La tredicenne compilò i documenti con la sua data di nascita firmando i moduli, ma Timothy provvide a completarne i dati senza che R.Z. potesse leggere il contenuto.
Secondo quanto riportato nella querela, durante la visita, quattro membri del personale osservarono e parlarono sia con RZ sia col suo patrigno.
Tutti loro ebbero la possibilità di vedere chiaramente che la data di nascita di R.Z. indicava una età ben al di sotto dell’età in cui si può liberamente ed autonomamente rilasciare il consenso per queste pratiche.
Nonostante questo nessuno di loro fece domande alla minore riguardo il loro rapporto né tantomeno qualcuno chiese il perché dei cognomi diversi.
Dopo l’aborto, R.Z. tornò al parcheggio, salì nella macchina del patrigno, e fece ritorno a casa.
E gli abusi nei suoi confronti continuarono.
Due mesi dopo, il 18 luglio 2012, Timothy era fuori casa, e Cary rimase sola con la figlia R.Z. Finalmente la minorenne ebbe il coraggio di raccontare tutto alla madre spiegando che il suo patrigno abusava sessualmente di lei e che la cosa continuava da anni.
Cary portò immediatamente la figlia tredicenne in ospedale e segnalò l’abuso.
Contattò anche Planned Parenthood per avere le cartelle cliniche della figlia scoprendo che il marito aveva organizzato l’aborto per R.Z. in segreto.
Timothy Smith venne arrestato e dichiarato colpevole di due capi di imputazione alla fine del 2012.
Ma Cary non era soddisfatta.
Anche se chi aveva abusato di R.Z. era ormai dietro le sbarre, il sistema non aveva funzionato.
Secondo la querela i medici di Planned Parenthood che hanno visitato la ragazzina tredicenne, spaventata, accompagnata da un uomo di una certa età, con un cognome diverso, dovevano aver intuito che sua figlia era vittima di abusi sessuali.
Erano professionisti che avevano le informazioni e gli strumenti per fare qualcosa, per approfondire, fare domande.
Potevano, per esempio, chiedere ad R.Z. se sua madre fosse a conoscenza di tutto.
Avevano la responsabilità di agire segnalando il sospetto abuso sessuale su minore, ai sensi delle leggi dello stato del Colorado.
Ma non hanno fatto nulla. Anzi peggio; hanno effettuato un pericoloso intervento chirurgico su una ragazzina minorenne senza informarne la madre, riconsegnando R.Z. nelle mani del suo violentatore subito dopo l’aborto.
Cary sta facendo causa a Planned Parenthood per negligenza, per averle provocato colposamente stress emotivo, e averla lasciata in stato di pericolo.
Troy Newman, presidente dell’associazione Operation Rescue dichiara:
“;Ci complimentiamo con Cary Smith per la sua coraggiosa azione legale. Questa causa è un’altra conferma che Planned Parenthood si dedica esclusivamente ad una cosa, la vendita di aborti”: della tanto sbandierata salute delle donne, in realtà importa poco.
“;A loro non importa se le ragazze vengono violentate o abusate.”
Tradotto ed adattato dalla Redazione
Fonte: LifeSiteNews