La StemExpress e le diverse cliniche abortiste della Planned Parenthood, colte nel macabro traffico di organi e tessuti fetali prelevati da bambini vittime dell’aborto, hanno violato le norme americane sulla privacy (HIPAA privacy rule e le Institutional Review Board regulations).
Le prove sono state raccolte dalla commissione parlamentare d’inchiesta, la Select Investigative Panel on Infant Lives . E’ stato anche dimostrato che facevano un’indebita pressione sulle madri per estorcere loro consenso alla donazione del corpo del bambino (che loro rivendevano con lauti profitti).
Marsha Blackburn , membro del Congresso USA, ha spiegato che il contratto commerciale che assicurava profitto sia alle cliniche che alla Stem Express, cambia la considerazione che le parti hanno della donna e del bambino: una paziente da assistere clinicamente diventa un mezzo per ottenere guadagno, il bambino una merce, un oggetto di scambio. Questa mancanza di scrupolo portava con sé la logica conseguenza che la donna poteva anche essere costretta o ingannata.
Il Congresso chiede quindi al Dipartimento (=ministero) della salute e dei servizi umani di procedere all’accertamento delle suddette violazioni.
I contratti tra la StemExpress e le cliniche Planned Parenthod hanno violato sistematicamente l’ Health Insurance Portability and Accountability Act del 1996 (“HIPPA”), fornendo informazioni sensibili, soprattutto di tipo sanitario, relative alle donne incinta.
I tecnici venivano pagati ad orario e ricevevano un bonus per ogni item (parliamo di feti o parti di essi) procurato. La StemExpress pagava la clinica per ogni parte di tessuto fetale e ogni campione di sangue. A sua volta rivendeva la “merce” ai laboratori, su ordinazione.
Le trattative avvenivano mentre l’aborto era in corso, presumibilmente prima di ottenere il consenso della donna. In uno scambio di e-mail tra le due parti si legge: “Ce n’è uno (aborto) in corso. Ti faccio sapere come si presenta il cranio e gli arti che ti interessano, se sei in grado di venirli a prendere entro 15 minuti”.
Anche i moduli per il consenso usati erano invalidi e fraudolentemente modificati.
Abbiamo pubblicato a suo tempo i 12 video-inchiesta che documentano la lucrosa attività di Planned Parenthood. Chi non fosse al corrente della questione, può cliccare qui o qui e troverà i link a tutti i documenti raccolti dal giornalismo investigativo del CMP.
Fonte: LifeNews
Redazione
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