L’iniziativa è ambiziosa, non fosse altro, perché proviene da un consigliere d’opposizione in un Comune governato dal centrosinistra. Se approvata dall’assemblea, la mozione depositata lo scorso 5 giugno al Consiglio Comunale di Bolzano da Diego Salvadori (FdI) impegnerà il sindaco e l’assessore competente a proclamare ufficialmente Bolzano come “città a favore della vita” e ad inserire questo principio generale nello Statuto del capoluogo altoatesino.
La mozione, inoltre, impegnerà l’amministrazione bolzanina: «a predisporre un piano straordinario che rimetta al centro delle politiche bolzanine la famiglia e la natalità, a partire dalla leva fiscale, con l’introduzione del quoziente familiare; a prevedere, nel prossimo bilancio di previsione, le risorse necessarie per sostenere i centri di aiuto alla vita operanti sul territorio del comune di Bolzano; a prevedere, sostenere e adottare nel prossimo bilancio di previsione, ulteriori progetti e servizi finalizzati ad informare le donne sulle alternative all’interruzione volontaria di gravidanza».
Per conoscere ulteriori dettagli e l’impatto che la mozione ha avuto sulla politica locale, Pro Vita & Famiglia ha raccolto il commento del consigliere proponente Diego Salvadori.
Salvadori, perché la sua mozione ha sollevato così tante polemiche?
«I consiglieri comunali del Team K, un movimento politico locale nato per volontà di un consigliere provinciale con un passato da pentastellato, hanno sollevato una serie di polemiche pretestuose. I colleghi, sostenuti in conferenza stampa da una ginecologa e da un medico militanti nel loro movimento, hanno argomentato la loro contrarietà al documento asserendo che i “ProVita” non dovrebbero entrare nei consultori, che la Legge 194 funziona già bene così com’è formulata, che nel 2023 gli aborti in Alto Adige sono stati poco più di 500 e che la mozione depositata sarebbe un tentativo subdolo per arrivare alla modifica della legge 194 togliendo alle donne il diritto di scelta in tema di aborto. Il documento presentato, invece, non chiede nulla tutto ciò. Partendo dai primi 3 articoli della 194 stessa, impegnerebbe l’ente locale, nella fattispecie il Consiglio Comunale, a proclamare Bolzano “città a favore della Vita” fin dal suo statuto, a riservare dei fondi dal prossimo bilancio per introdurre il cosiddetto “quoziente familiare” e per sostenere i Centri di Aiuto alla Vita locali. Impegna inoltre la giunta a sostenere progetti e servizi finalizzati ad informare le donne sulle alternative all’interruzione volontaria di gravidanza. Fa sorridere il tempismo di questo attacco contro la vita nascente proprio lo stesso giorno in cui l’Astat, l’Istituto provinciale di statistica per l’Alto Adige pubblica i dati relativi al 2022, certificando che persino la Provincia un tempo più feconda d’Italia, attualmente si ritrova in pieno inverno demografico, indicando l’invecchiamento della popolazione come uno dei principali risvolti del cambiamento in corso. L’aumento dell’aspettativa di vita, insieme alla diminuzione delle nascite, dovuta a sua volta al calo della quota di donne in età feconda, alla diminuzione del tasso di fecondità e alla posticipazione della maternità, ha portato ad un’età media della popolazione sempre più elevata e ad una quota di persone anziane sempre più alta rispetto a quella delle persone più giovani».
Quando ritiene il provvedimento potrà venire calendarizzato?
«La mozione è stata inserita nella lista dei documenti da trattare durante le prossime sedute ma non c’è ancora una data precisa».
Ritiene la sua mozione abbia buone possibilità di essere approvata?
«Essendo la città di Bolzano governata da un’amministrazione di sinistra, ritengo difficile che una mozione a favore della vita possa essere approvata. Nutro comunque la speranza che in aula prevalga il buonsenso e che i colleghi di maggioranza guardino oltre il veleno ideologico nonché sterile delle polemiche e vedano in questo documento una possibilità per offrire alle donne una scelta ancora più libera e consapevole».