Tutto quello di cui hai bisogno è l’amore: concetto cantato dai Beatles e ripreso in chissà quante lettere di fidanzate lontane o uomini in ginocchio per la più importante delle proposte.
Ma dal romanticismo si scade ben presto nell’assurda strumentalizzazione: se la base di una relazione è solo l’amore ed uno Stato a questo si ferma, sono legittimate non solo le unioni GLBT, ma anche altre forme di rapporto necessitano di riconoscimento pubblico. Perché negare ad una persona di amare un parente, un bambino, più persone contemporaneamente o, perché no, un animale?
Quello che ai nostri occhi è sempre stato chiamato incesto, pedofilia, poligamia e zoofilia diviene sempre più qualcosa di civilmente accettabile. Del resto, se ciò che serve è solo l’amore come potrebbe essere altrimenti?
Nel 2011 tre docenti ricercatori di Princeton e dell’ università Notre Dame hanno prodotto uno studio dal titolo “What is marriage?” in cui si espone come l’introduzione del matrimonio gay non sia altro che un passaggio propedeutico per un livello successivo: se consideri discriminati due omosessuali e dai loro l’accesso all’istituto del matrimonio, “la nostra legge discriminerebbe anche le unioni aperte, temporanee, poligamiche, incestuose o animali. Dopotutto, le persone possono avere un desiderio romantico e sessuale per più persone, per i propri parenti o per partner non umani.”
Scontato dire quanto tale studio sia stato oggetto di critiche da parte degli ambienti LGBT.
Purtroppo i segnali vanno in questo senso: fecondazione eterologa, inserimento nei certificati di nascita più di due genitori non ci fanno ben sperare.
Redazione