Due donne bisessuali e un uomo inneggiano alla poligamia, che , secondo loro, dovrebbe essere il futuro delle relazioni umane. In particolare la loro genitorialità a tre è un ottima soluzione ai problemi che hanno le famiglie con i figli.
Adam Lyons, 36 anni, vive apertamente con due donne, Brooke Shedd, 28 anni, con la quale ha un figlio di due anni, Jane Shalakhova, e 27 anni, che è incinta di otto mesi. E poi lui ha già un figliastro di sette anni, nato da un altro rapporto.
La poligamia aiuta nella gestione dei figli
“Tre i genitori sono meglio di due”, ha detto Lyons al New York Post . “E permette di gestire la vita quotidiana molto meglio.”
Le coppie di due – possiamo dire “normali”? – sono spesso esauste e stressate per tenere il passo con il lavoro e con i figli. La poligamia rende tutto logisticamente molto più facile. Si condividono le responsabilità, e ci si diverte a letto...
E torna quindi il ritornello scontato del “love is love”, a prescindere dal numero dei partecipanti.
Addirittura la Jane, la donna incinta, ha detto che ha sempre evitato di avere un figlio: avrebbe voluto dire diventarne schiava. Invece da quando vive la poligamia ci ha ripensato. In tre, i genitori possono ancora avere una vita sociale, il tempo per l’un l’altro, e non finiscono come la tipica mamma deprivata del sonno.
La poligamia non è mica per forza solo in tre...
Tutti e tre a volte portano in casa un quarto partner: «Siamo aperti al divertimento quando arriva», dice Lyons [ti pare che non sono “inclusivi”?, NdR]. E frequentano insieme i club priveé, per rilassarsi e divertirsi [quindi hanno anche loro bisogno della baby sitter?, NDR].
Ovviamente, desidererebbero molto sposarsi, a tre, ma purtroppo non è legale. Ma – tranquilli – presto o tardi si farà. Qualcuno già dice che la poligamia è la nuova frontiera del diritto di famiglia: l’abbiamo già fatto notare qui.
La poligamia fa crescere i bambini sani e felici
La poligamia dei tre tipi di cui si parla dura da cinque anni: «Siamo una vera famiglia con bambini sani, felici», dicono. Lo dicono loro che i bambini in quel contesto promiscuo e instabile sono felici.
I bambini osservano. I bambini confrontano la loro situazione familiare e quella degli altri. Lo fanno i figli dei single e dei divorziati, lo fanno quelli che crescono con due mamme, due papà ecc ecc.
I bambini osservano e rimangono in silenzio, anche per molti anni, per non ferire i loro genitori, quando percepiscono di vivere una situazione anomala.
Il dolore, l’insicurezza, e il conflitto interiore che testimoniano da adulti quelli che sono cresciuti in strutture familiari non tradizionali (anche single e divorziati) sono il segno di un danno profondo che hanno subito da piccoli.
I bambini sono resistenti, anche quando gli adulti li mettono in confusione circa il loro posto nel mondo, anche quando devono vivere la rivalità e le gelosie che intercorrono tra i fratellastri che hanno madri diverse.
Ma poi, a guardarci bene intorno, capita sempre più spesso che i bambini sviluppino disturbi del comportamento. Non ce ne stupiamo. Non ce ne lamentiamo. Prendiamoci la responsabilità d’avergli riservato una vita da condividere con il neuropsichiatra. E se la terapia non funziona, e se si sta troppo male, alla fine, c’è sempre la possibilità dell’eutanasia.
Redazione
Fonte: LifeSite News
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