Si riflette poco, oggigiorno, sui danni incalcolabili per gli individui, le famiglie, e la vita e la dignità di tutta la compagine sociale causati dalla pornografia.
Ma di tanto in tanto qualche imprenditore illuminato e ragionevole (perfettamente laico) se ne accorge: tempo fa nei Paesi Scandinavi, recentemente in America: gli Hilton Hotels hanno rimosso la pornografia dai canali Tv visibili nelle camere.
Dovrebbe essere evidente che l’industria del porno è un’industria che si basa sullo sfruttamento sessuale, soprattutto di donne giovani e giovanissime.
La Conferenza Episcopale degli Stati Uniti ha recentemente emanato un documento, “Crea in me un cuore puro” che pone in luce le azioni pastorali necessarie alla lotta alla pornografia. Documento che contiene spunti importanti ed interessanti di riflessione e di azione anche per i non cattolici.
Ogni essere umano è chiamato ad amare, alla comunione con gli altri. La ricchezza e la felicità nella vita di ciascuno sono date soprattutto e necessariamente da relazioni umane autentiche. Queste relazioni non possono prescindere dalla dignità altissima di ciascuno, a cominciare dal suo corpo, che merita il massimo rispetto.
La pornografia, invece, presenta e promuove una visione distorta della sessualità umana, in cui la persona è trattata come un mero strumento di piacere.
Resistere alla tentazione di usare l’altro, anche ma non solo per il piacere sessuale, può essere molto difficile per coloro che sono cresciuti in una cultura che insegna questo fin da bambini.
Il documento mette anche in luce la connessione della pornografia col mercato degli esseri umani (soprattutto donne e bambini), e con altri danni sociali che procura: disgregazione di famiglie, divorzio, aborto.
Il comunicato si conclude con un profondo richiamo d’amore e di accettazione per le persone drogate e irretite dalla pornografia, che vanno accompagnate e aiutate nel cammino di “disintossicazione” (... è davvero come una droga).
Redazione
Fonte: Break Point