«Proteggere i bambini dal prendere decisioni irreversibili riguardo alla transizione di genere fino all’età adulta». È questo l’obiettivo fondamentale dichiarato da Danielle Smith - governatrice del Partito Conservatore in Alberta, provincia del Canada occidentale - che si prepara ad approvare entro fine mese una legge volta a proteggere i bambini dall’ideologia di genere diffusa dalle lobby Lgbtqi+.
Il disegno di legge proposto mira in special modo a rafforzare i diritti dei genitori nel sistema educativo e a proteggere le divisioni sportive riservate alle donne. La Smith ha altresì sottolineato che «tali misure sono nel migliore interesse (“best interest”) dei bambini», mentre ha invitato tutti gli abitanti dell’Alberta a partecipare al dibattito democratico nel merito.
Dall’Alberta arriva dunque un’altra richiesta di stop alla terapia affermativa di genere per i minori, ossia a bloccanti della pubertà, terapie ormonali e interventi chirurgici per la transizione di genere.
Tale disegno di legge della provincia canadese, alla luce degli effetti drammatici sul benessere psicofisico di adolescenti e giovani ormai ampiamente riscontrati sul piano scientifico e clinico, si va ad unire ad altri percorsi simili già intrapresi da altri Paesi occidentali - quali in particolare Inghilterra, Svezia, Finlandia, ma anche molti Stati Usa – un tempo pionieri proprio nella transizione di genere per i minori, ma che ora stanno sempre più spesso facendo sensibili passi indietro.
L’Italia invece sembra stentare nel voler cambiare rotta in modo radicale e una volta per tutti. Anzi. I diritti dei bambini e la liberà educativa dei genitori, nel nostro Paese, sono infatti sempre più spesso insidiati e violati, come testimoniano soprattutto lo scandalo dei mesi scorsi rispetto al trattamento dei bambini con disforia di genere all’ospedale Careggi di Firenze - ai quali veniva somministrata la triptorelina senza le dovute e adeguate valutazione cliniche previe, soprattutto sul piano psicologico - e il recente “laboratorio per bambin* trans e gender creative” promosso dall’Università di Roma Tre rivolto a minori di età compresa tra i 5 e i 14 anni.