Ossimoro :Figura retorica che consiste nell’unione sintattica di due termini contraddittori, in modo tale che si riferiscano a una medesima entità. L’effetto che si ottiene è quello di un paradosso apparente; per es.: lucida follia; tacito tumulto (G. Pascoli).
Secondo la Provincia di Trento il concetto di “famiglia naturale” sarebbe un ossimoro, una contraddizione paradossale.
Questo quanto emerge dal susseguirsi di iniziative che il centrosinistra autonomista locale (quindi con una marcata incidenza di forze cosiddette centriste) continua a promuovere, ultima –forse- delle quali un ciclo di seminari finalizzato a presentare le “nuove famiglie”, evento curato dal Centro di Studi Interdisciplinari di Genere dell’Università di Trento, ma che ha accolto il baldanzoso patrocinio della Provincia Autonoma e del Comune capoluogo –oltre agli immancabili bibì e bibò, CGIL e UIL-.
Il comunicato stampa dell’Università parla chiaro: “Questo nuovo progetto vuole inserirsi nel dibattito politico e culturale che negli ultimi anni ha portato al centro dell’attenzione nuovi tipi di famiglia, diversi da quella tradizionalmente intesa fondata sull’unione tra uomo e donna e su ruoli maschili e femminili molto definiti”. Scopo dell’iniziativa “è quello di affrontare temi così importanti per la convivenza sociale promuovendo il dialogo e la conoscenza reciproca, senza lasciare spazio a stereotipi discriminatori”.
Si baserebbe su meri pregiudizi ideologici chi, quindi, presume che una famiglia si fondi sull’amore e gli impegni presi da un uomo ed una donna anche rispetto ai figli che verranno. Atteggiamento discriminatorio, secondo questa linea, è dare per scontato che un bambino abbia un padre ed una madre.
Ma gli organizzatori mettono il cosiddetto carico da 90, arrivando a definire, sempre nella nota stampa ufficiale, la famiglia tradizionale come un assurdo: “parlare di famiglia naturale è un ossimoro.” Queste le precise parole utilizzate dai sapienti dell’Ateneo trentino.
Parlano di mutamenti sociali forse ignorando che questi non si traducono in mutamenti genetici: maschi e femmine sono diversi e due uomini non possono concepire e portare a termine una gravidanza.
In questo quadro la Provincia ha ben pensato di dare il proprio patrocinio all’evento, cosa che ha alzato ovviamente il livello di attenzione ed ha portato il Cons. Rodolfo Borga (Civica Trentina) ad interrogare il Presidente Ugo Rossi chiedendo ragione di questo conferimento.
Quali le ragioni che hanno indotto il Presidente Rossi a ritenere che l’iniziativa in questione “apporti un significativo contributo scientifico, culturale o informativo nell’ambito ed a vantaggio, rispettivamente della crescita e della valorizzazione della società trentina e della sua immagine”?
Quali le ragioni per cui il Presidente Rossi ha ritenuto che tale iniziativa abbia una “particolare risonanza dovuta ad aspetti storici (!?), di tradizione (!?) e di prestigio o dell’interesse suscitato presso più comunità locali”?
Rimane un fatto: sottotraccia ed alla chetichella Trento si sta guadagnando la medaglia d’oro per la capillare diffusione dell’ideologia gender. Lo stile adottato non è quello dell’elefante in una cristalleria –come altre amministrazioni di sinistra- piuttosto quello dell’attento alchimista che muove goccia a goccia le proprie forze per rivoluzionare lo status quo.
Redazione