Il regista bolognese Pupi Avati è tra i 5 primi firmatari del manifesto della rivista Tempi, vicina a Comunione e Liberazione, per “cambiare i connotati all’Europa”. Per una politica europea della natalità, contrapposta a quella dei “nuovi diritti”.
“A quale fede, a quale speranza alludono questi diritti? – si legge nel manifesto – La fede a la speranza nella diffusione a livello di massa dell’aborto e dei preservativi come ‘diritti riproduttivi’. Fede e speranza nel matrimonio e nelle adozioni gay come ‘diritti umani’. Fede e speranza nella “buona morte” e nell’eugenetica come “diritti inidividuali”. Fede e speranza nel muto avanzare di generati da A e B, madri e padri surrogati, i cui nomi non si dovranno mai pronunciare, figli di donatori biologici, ragazzi che a un certo punto della loro vita scopriranno l’assenza di un volto umano nella propria storia. Fede e speranza nella così detta “teoria del gender”, nella negazione della differenza sessuale”.
I sottoscrittori del manifesto, oltre a Pupi Avati il direttore di Tempi, Luigi Amicone, il giornalista Lodovico Festa che fondò il Foglio con Giuliano Ferrara, il professor Giorgio Israel e la giornalista Costanza Miriano, non si rassegnano a questa tendenza e spronano a prendere posizione. “Occorre testimoniare socialmente e decidere politicamente che i ‘nuovi diritti’ sono in realtà nuove schiavitù” per le genti europee (persone omosessuali comprese).
In vista delle europee, chi condivide il manifesto dovrà “impegnarsi a sostenere quei politici che lo integreranno nei loro programmi” e ne faranno anche “concreta battaglia culturale“.
Eleonora Capelli
Fonte: Repubblica