03/07/2013

Quale sorprendente somiglianza tra le argomentazioni a sostegno dell’aborto e quelle a sostegno della schiavitù!

In questo periodo, sto leggendo il famosissimo romanzo di Harriet Beecher Stowe dal titolo “;La Capanna dello zio Tom” e, proprio affrontando i passi che mi son capitati questa sera, sono rimasto profondamente turbato dalla straordinaria somiglianza tra il dibattito culturale intorno alla schiavitù, il quale è ben rappresentato e preservato in quest’opera, ed il più recente dibattito intorno all’aborto che sta avendo luogo in America. In questo senso, prendiamo in esame il seguente passo estratto dal capitolo 12 dell’opera. Alcuni passeggeri bianchi stanno viaggiando su un battello fluviale, quando gli capita d’imbattersi in alcuni schiavi di colore in catene, i quali sono trasportati anch’essi sul medesimo battello.
Passeggero 1: “;Qual nefanda vergogna per la nostra nazione che ci si imbatta in queste scene!”
Passeggero 2: “;Oh, c’è un aspetto importante da considerare in entrambi i sensi della questione. Sono stato a sud, e devo confessare che, a mio avviso, i Negri son molto più agiati in questa condizione di quanto non sarebbero se fossero liberi.”
Passeggero 1: “;Per certi versi, alcuni di loro son molto agiati, posso garantirlo; ma l’aspetto più spaventevole della schiavitù, a mio modo di vedere, consiste nell’oltraggio ch’essa arreca ai sentimenti ed agli affetti – la separazione delle famiglie, per esempio.”
Passeggero 2: “;Certamente quest’aspetto è negativo; ma in ogni caso, suppongo, non debba esser poi così diffuso e comune.”

Consideriamo dunque i due argomenti principali a sostegno della schiavitù contenuti in questo dialogo:
– la schiavitù è ultimamente un vantaggio per gli africani;
– l’aspetto più straziante e riprovevole della questione non capita che di rado.

Vi è mai capitato d’imbattervi negl’echi di queste argomentazioni durante le vostre conversazioni inerenti l’aborto?
– l’aborto è ultimamente un vantaggio per i bambini, in quanto i genitori che abortiscono lo fanno poiché reputano di non poter mantenere un bambino, non vogliono un bambino, o son stati diagnosticati danni fisici ai loro nascituri. Pertanto l’aborto è uno strumento che consente di prevenire situazioni nelle quali i bambini crescono miseramente o facciano esperienza di abusi o trascuratezza, o vivano una vita miserabilmente condizionata da menomazioni fisiche.
-sicuramente, decapitazioni stile Gosnell, aborti di bambini non compiutamente nati e dolorosissimi squartamenti praticati in fasi di gestazione molto avanzate son deplorevoli, ma tutto ciò è in vero assai raro.
Come potremmo ribattere a tali argomentazioni? Beh, in primo luogo potremmo sottolineare che persino i poveri, gli oppressi ed i deformi generalmente preferiscono vivere e che gli aborti in fase di gravidanza avanzata non son poi così rari. In ogni modo, forse, potremmo nel miglior modo adottare la medesima risposta fornita da un giovane pastore che, nel romanzo di Stowe, viaggiava anch’egli sul medesimo battello e che suona pressappoco così: “;Fa’ per costoro ciò che fermamente gradiresti altri a far teco.”
Verso la fine del capitolo, Stowe offre il suo personalissimo commento intorno alla schiavitù: “;I poveri son vessati, uccisi e sfruttati per la ricchezza dei forti!” Tragicamente, seppur la schiavitù è stata ben abolita in America, e pure le parole di Stowe son ancora tragicamente e compiutamente vere: alla lettera.

Traduzione a cura di Veronica Palladino

Clicca qui per leggere l’articolo originale pubblicato da LifeNews in lingua inglese

di Murray Vasser

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