09/01/2014

Quanto è velenosa la contraccezione? (Seconda parte)

Il dott. Renzo Puccetti risponde ai mille interrogativi che stanno dietro alla diffusione e somministrazione delle pillole contraccettive

Quali furono le prove che Paolo Vi dovette superare per arrivare alla pubblicazione dell’enciclica così contestata?

Renzo Puccetti: Ci furono pressioni che giunsero da fuori della Chiesa, dal mondo dei mezzi di comunicazione che con la consueta abilità aprirono un fuoco incrociato sulla dottrina cattolica: si scriveva che la continenza periodica era impraticabile, era inefficace, che  i coniugi cattolici la stavano abbandonando in massa per passare alla pillola. Il solo dibattere la dottrina della Chiesa sulla contraccezione costituiva un formidabile argomento contro la dottrina stessa; se infatti se ne discute, allora vuole dire che non è irriformabile, se non è irriformabile, vuol dire che non è certa e se non è certa non obbliga. Non meno assillante per il Papa fu la pressione esercitata da rappresentanti ecclesiali di primissimo piano tra cui spicca il cardinale belga Leo Suenens, che mobilitò una vasta squadra di teologi dell’Università di Lovanio, fece sponda con i media, non disdegnando il sostegno della Planned Parenthood Federation of America e cercando fino all’ultimo di convincere il Papa a mutare la dottrina.

Che cosa sarebbe successo se il Concilio Vaticano II avesse approvato l’utilizzo della pillola contraccettiva?

Renzo Puccetti: La storia non si fa con i se, ma la sua domanda ha il gran pregio di costringere a riflettere. Credo che una buona strada per rispondere sia osservare ciò che è successo laddove l’istanza religiosa ha preso un’altra strada rompendo anche su questo l’unità della dottrina. Mi pare che abbassando le esigenze morali le chiese non si siano affatto riempite, mi sembra di notare che l’autorevolezza nel formare le coscienze sia stata minata in maniera irrecuperabile e che alla fine l’autorità religiosa abbia proseguito in una caduta sempre più in basso lungo un piano inclinato nel tentativo alquanto patetico di rincorrere ed imitare la modernità. Inoltre molti di quelli che oggi sono sacerdoti, religiosi, suore, volontari nelle Chiesa, non sarebbero mai nati. Osservo tutto questo e non posso non percepire tutto il contrasto con l’esempio che ci viene da Gesù a non annacquare la verità, Lui che di fronte al ritirarsi dell’uditorio e allo sconcerto degli apostoli, non esita a metterli davanti alla scelta domandando loro: “Volete andarvene anche voi?”. Ecco, l’occhio della fede e quello della ragione mi mostrano che se la Chiesa avesse ceduto su una dottrina ininterrotta di almeno 18 secoli in assenza di alcun fatto nuovo sotto il profilo scientifico da giustificare il cambiamento, allora non avrei saputo spiegare come un Dio che è lo stesso ieri, oggi e sempre, potesse per mezzo della Sua Chiesa considerare oggi un bene ciò che dagli inizi ha detto essere un male. Poiché Dio non può contraddirsi non sarebbe rimasta altra spiegazione logica che considerare non Chiesa quella chiesa. Ma come sappiamo le cose non sono andate così e non potevano che andare così, se si ha fede nella promessa di Cristo a Pietro.

Quali sono stati i benefici dell’Humanae Vitae?

Renzo Puccetti: Credo il primo beneficio sia stato quello di resistere nella fedeltà a Cristo piuttosto che cedere alle lusinghe del mondo. L’enciclica mi pare poi una grande esortazione rivolta agli uomini e alle donne perché non perdano fiducia nella loro grandezza di creature volute da Dio, amate da Dio, riscattate dal peccato dal sacrificio della croce, rese figlie per mezzo del battesimo. È un invito rivolto ai sacerdoti ad usare la misericordia della verità e del perdono divino, è un invito ai coniugi a proseguire nello sforzo della loro vocazione alla santità nel matrimonio, è un invito ai governanti a non seguire tragiche scorciatoie nella risoluzione dei  problemi ed è un invito a noi medici a mantenere unite la competenza scientifica e la retta coscienza nel nostro agire.

In un capitolo del suo libro lei spiega gli effetti della mentalità contraccettiva. Può illustrarceli?

Renzo Puccetti: La dissociazione dei significati unitivo e procreativo dell’atto coniugale comporta un effetto ben compreso anche da persone del tutto estranee alla fede cattolica come l’intellettuale marxista Max Horkheimer, il premio nobel per l’economia George Akerlof o persino la direttrice di una catena di cliniche per aborti, Ann Furedi. La contraccezione promette di rendere l’attività sessuale un gioco, un semplice piacere, ma così facendo banalizza l’attività sessuale e non tendiamo ad affrontare con impegno e responsabilità ciò che è banale. Ma la contraccezione non può mantenere la promessa perché il sesso non tollera di essere banalizzato, non è fatto per essere banale, prima o poi si ribella e mostra quanto invece esso sia serio ad un uomo e una donna che delegando alla tecnica non hanno i muscoli per sopportarne il peso.

Come si fa a superare la cultura e la mentalità contraccettiva?

Renzo Puccetti: Credo che abbiamo due strade e dobbiamo percorrerle entrambe; quella soprannaturale della fede, dei Sacramenti, della preghiera e quella terrena dell’investimento in uomini e mezzi per la formazione senza paure, senza complessi, con professionalità e risorse adeguate alla sfida. Insomma credo che dobbiamo semplicemente seguire il suggerimento di Sant’ Ignazio di Loyola: «Agisci come se tutto dipendesse da te, sapendo poi che in realtà tutto dipende da Dio».

di Antonio Gaspari
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