03/03/2023 di Fabrizio Cannone

Quell’ombra oscura che vuole sdoganare la pedofilia

Una delle aberrazioni più gravi della decadente cultura contemporanea è la giustificazione, o la non condanna, della pedofilia. La quale, certamente, come lo stupro e il furto, è sempre esistita. Ma non sempre è stata accettata e sdoganata, come almeno dal 1968 si propongono di fare alcune schegge impazzite della galassia progressista d’Occidente.

Il sito ultra femminista Reduxx ha scovato uno degli ultimi casi di questa lunga e incresciosa storia la quale, senza risalire fino al marchese De Sade, è iniziata con gli articoli pro pedofilia, pubblicati sul quotidiano francese Libération, nei terrifici anni ’70.

Yuliah Alma, che si presenta come una «sostenitrice dei diritti della donna e della salvaguardia dei bambini», scrive che il sito web dei Giovani Democratici d’Olanda (Jonge Democraten), sostiene la produzione di «pornografia infantile virtuale» e persino l’insegnamento della «pedofilia come sessualità nelle scuole».

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L’Olanda, sotto questo profilo, gode di una pessima reputazione. Almeno da quando un tristissimo movimento, chiamato per antifrasi “Partito dell’Amore Fraterno, della Libertà e della Diversità”, fondato nel 2006, si batteva per «abbassare l'età del consenso ai 12 anni e per legalizzare la pedo-pornografia» (fonte: Wikipedia).

Benché quell’osceno soggetto politico fu sciolto nel 2010, i mali semi piantati in terra olandese devono aver fermentato bene. Anche a causa della martellante propaganda di certe lobby che nell’intero mondo chiedono la piena libertà sessuale, senza limiti chiari e definiti. Per esempio sull’età – sempre calante – del legittimo consenso sessuale.

In ogni caso, secondo Alma, questi Giovani Democratici che si autodefiniscono come «la più bella organizzazione giovanile politica liberale progressista nei Paesi Bassi», hanno suggerito che «la pedofilia dovrebbe essere introdotta ai minori come orientamento sessuale all'interno del curriculum di educazione sessuale nelle scuole». E questo sempre con la scusa della “non discriminazione”, il talismano infallibile di mille abusi.

Anzi, i medesimi giovani liberal, oltre a sostenere tutte le possibili sfumature dell’arcobaleno, anche quelle più oscure, si dichiarano preoccupati che «molti pedofili pensano al suicidio». E la causa, del tetro pensiero, deriverebbe dal fatto che «la pedofilia non è un'identità rispettata».

Ora siamo d’accordo che sul web – ma anche sulla stampa cartacea e radio televisiva – gira di tutto. Solo che siamo andati direttamente sul sito web in questione (jongedemocraten.nl), e abbiano trovato la conferma di tutto. Compare infatti una sorta di manifesto intitolato “Pedofilia” in cui si espone, pur con linguaggio prudente, proprio lo sdoganamento di cui ha parlato la giornalista.

Tra i punti del manifesto (visionato il 3 marzo 2023 e risalente al 2019) figurano, come si può vedere nella foto qui sopra, concetti come questi. «La pedofilia è un orientamento sessuale con cui si nasce»; «I pedofili hanno un'alta probabilità di cadere in grave depressione»; «L'informazione nell'educazione porta a maggiori intuizioni e sfumature per quanto riguarda la pedofilia»; «Dovrebbe essere fornita un'istruzione secondaria sulla pedofilia come orientamento sessuale» (Lo screenshot di cui sopra è stato scattato sul sito dei Jonge Democraten tradotto dall'olandese)

Il problema sta al cuore della mentalità laico-progressista attuale. Questa mentalità, specie da quando la sinistra ha assunto l’antiscientifica teoria del gender come paradigma, non riesce pur volendo a fissare alcun limite tra il lecito e l’illecito, tra il diritto e il delitto, tra la cosiddetta auto-determinazione e la depravazione dei minori.

Il caso dei Giovani Dem olandesi può essere marginale quanto si vuole, ma segnala un problema di fondo del pensiero relativista di oggi. Aver sostituto l’etica cristiana, ma anche laica, del dovere con la retorica dei diritti senza freni. E in tal modo è stata aperta o forse anche spalancata la strada a tutte le aberrazioni. Bisogna tirare il freno a mano prima che la società diventi un immenso centro (a)sociale, anarchico e autogestito.

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