Ogni tanto sui social va girando l'ennesima denuncia di don Fortunato Di Noto, fondatore e direttore di Meter, un'associazione che combatte da decenni a livello internazionale la pedopornografia e aiuta e sostiene le piccole vittime a superare il trauma subìto (o forse dovremmo dire a conviverci, perché il trauma è spesso insuperabile).
Il 25 agosto don Di Noto aveva scritto:
«Stasera, Meter, ha denunciato una serie di foto pedopornografiche: n. 2 neonati violentemente abusati, n. 2 bambine fatte violentare da animali, n. 3 bambine violentate da 3 donne, n. 11 bambine abusate. Totale n. 18 bambine e bambini coinvolti.
Materiale di un passato sempre recente.
Divulgato da soggetti che dovrebbero essere individuati, si spera anche gli autori delle violenze, ma che sono tutelati dalla privacy dei grandi colossi del web.
Il contrasto alla pedofilia e pedopornografia, quando i risultati sono resi noti, è in atto, con lentezza e tenue efficacia.
Bisogna fare di più e non ci stancheremo di ribadirlo, le segnalazioni inoltrate non possono darci che ragione».
Ma solo due giorni dopo, il 27, un altro suo post su Facebook:
«N. 104 bambine abusate (le abbiamo contate una ad una) in solo due segnalazioni inoltrate alle autorità di Polizia. Qualcuno ha avuto la sfrontatezza di sottolineare: sono solo foto, magari di qualche anno fa. Magari già conosciute e segnalate chissà quante volte da Meter. Un po' costernato, ma questa volta molto infastidito (non dico parolacce) dico: sono n. 104 bambine abusate per sempre, ripeto: abusate da 104 adulti (maschi e femmine): abusatori per sempre e rimasti impuniti che circolano tra noi.
La tristezza è che queste 104 e altri milioni e milioni di bambini (neonati e prepuberi) non sappiamo se e come sono sopravvissuti. Se hanno avuto giustizia, se vivono .... una vita vera.
In una foto e in un video la violenza si ripete, si ripete sempre.
Non è, il mio, un lamento, è solo un desiderio: fare di più perchè si fa poco!
Questa sera non vi auguro una buona serata, non ve la prendete a male...».
Le parole di don Di Noto, purtroppo, anche se fanno molto male alle persone sensibili, rimangono il più delle volte senza seguito, perché le azioni della polizia e della magistratura che seguono le denunce di Meter sono irrisorie, rispetto alla vastità dell'orrore e perché la lobby dei pedofili è una lobby planetaria davvero potente, cui appartengono personaggi ricchi e potenti.
Ci sembra perciò doveroso dar risalto alla notizia che in Georgia, negli Stati Uniti, le forze dell'ordine hanno ritrovato nei giorni scorsi 39 minori scomparsi di età compresa tra i 3 e i 17 anni. È una notizia che serve a dare un po' di speranza e a dire un grazie a chi davvero fa qualcosa di concreto per contrastare un crimine così esecrabile come la pedofilia. In questo caso, l' '"Operazione Not Forgotten" è stata condotta dall' US Marshals Service e ha portato all'arresto di diverse persone molte delle quali avevano precedenti come molestatori sessuali.
Ma è una goccia nel mare. È vero che nel 2019 ai Marshall sono stati affidati poco meno di 400 casi. Di questi 400 bambini, i Marshall sono riusciti a salvarne 295, circa il 75%. Ma - solo negli Stati Uniti, quell'anno, il National Center for Missing and Exploited Children ha segnalato all'FBI più di 421.000 bambini scomparsi.
Temo che noi "persone per bene" che ci scandalizziamo per queste cose, e per certi versi ci sentiamo impotenti davanti a tanto male, possiamo fare alcune cose:
1 - (Per chi è credente) Pregare.
2 - Sostenere anche economicamente un'associazione come Meter, che opera concretamente non solo per scovare e denunciare, ma anche per assistere e guarire i bambini abusati.
3 - In ogni contesto sociale e culturale, dar voce a queste povere vittime e sollevare il problema della giustizia che procede poco o a rilento in queste circostanze.
4 - Opporsi civilmente ma fermamente in ogni contesto sociale a chi fa discorsi che tendono a sdoganare la pedofilia (il più comune è che il pedofilo "nasce così" e non può farci niente, e che il pedofilo di natura non è violento e i bambini "li ama" ma non li tocca neanche con un fiore, se non vogliono).
Capisco che parlare di queste cose , raccontare quello che racconta don Di Noto, sia spiacevole, se non doloroso. Chi scrive è mamma e nonna e quando legge o parla o scrive di certe cose si sente davvero male. Però, bisogna farsi coraggio (senza indugiare nei particolari, che se no si fa il gioco degli orchi).
È da vili "cercare di non pensarci" e voltare la faccia da un'altra parte.