Arcinote sono le dipendenze da alcol e sostanze stupefacenti contro cui il noto attore Robin Williams combatteva da anni. Meno note sono certamente le ragioni che lo hanno portato a questo tunnel buio.
La depressione che gli ha fatto trovare la morte impiccandosi con una cintura è nata nel 1970 e proprio in quell’anno qualcosa ha iniziato a rodergli dentro.
Com’è emerso dalle sue biografie, in quel periodo Robin era fidanzato con Julliard, rapporto pieno di premesse per uno splendido futuro, quando improvvisamente, a metà del 1970, arrivò una brusca fine. La causa fu un aborto, condiviso da ambedue ma che lasciò l’attore a pezzi. “Eravamo giovani”, questa la motivazione, ma i giorni successivi -quando Robin tornò a San Francisco- furono i più brutti della sua vita.
Non a caso, molti anni dopo, Robin Williams passò ufficialmente a posizioni contro l’aborto molto vicine a quelle sostenute dal Presidente Bush.
In un’intervista del Guardian, datata 2010, Williams dichiara: “Sai, ero vergognoso… Fai delle cose che provocano disgusto, e che sono difficili da guarire. Si può dire ‘ti perdono’ e tutte quelle frasi simili, ma non è la stessa cosa che guarirne.”
È solamente un’ipotesi, sostenuta in queste ore da molte testate giornalistiche oltreoceano, ma sappiamo purtroppo benissimo che una delle prime conseguenze della sindrome post aborto è proprio la depressione, male silente quanto infame che induce le persone a spingersi in comportamenti anche contro la propria stessa vita.
Forse non uscirà mai la verità. Forse è più comodo immaginare che Robin Williams sia stato afflitto dal “male dei ricchi” -la noia che porta alla depressione, l’abuso di droghe per vivere fuori dalla realtà- ... ma certamente un dolore molto umano, qual è perdere un figlio, lo ha segnato per tutta la vita.
Redazione