E’ stato un atto amministrativo presentato come una “normalità” e una “vittoria”, ma con delle gravi e pesanti ricadute giuridico-legali. Stiamo parlando della trascrizione dell’atto di nascita di una bambina registrata come “figlia” di una coppia omogenitoriale, due donne, formalizzato nei giorni scorsi dal sindaco di Roma Roberto Gualtieri.
Per chiarire gli aspetti più spinosi - e giuridici - della questione Pro Vita & Famiglia onlus ha chiesto lumi al professor Aldo Rocco Vitale, Visiting Professor presso la Facoltà di Bioetica dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum e dottore di ricerca in Storia e Teoria generale del diritto europeo presso la Facoltà di giurisprudenza dell’Università Tor Vergata di Roma.
«Non è un atto legittimo»
Secondo Vitale, quello trascritto la scorsa settimana al Comune di Roma «non è un atto legittimo. Direi, innanzitutto - spiega il docente - che essendo dello stesso sesso, le due donne registrate come madri non possono affatto essere entrambe i genitori. Tanto più che la legge 40 prevede l’accesso alle tecniche di procreazione medicalmente assistita soltanto per soggetti di sesso diverso. Comunque sia, ci si ritrova dinnanzi ad un caso di falso perché si cerca di far attestare qualcosa che non corrisponde alla realtà». Quello che sostiene Gualtieri, rimarca il professore Vitale, «non ha nessun fondamento giuridico. Il suo è stato un atto molto politico e poco giuridico». Non è assolutamente detto, poi, che un atto legittimo all’estero sia legittimo anche in Italia. «Dobbiamo tenere conto dell’ordinamento italiano sul piano strettamente positivo e normativo», spiega Vitale. «La normazione, in questo senso, si è evoluta a sfavore di chi vuol compiere questo genere di operazioni». A ciò, va aggiunto, quanto stabilito dalla giurisprudenza: «La Cassazione ha prevalentemente escluso operazioni di questo tipo, quindi non si possono emettere atti che la stessa giurisprudenza ritiene illegittimi».
Il Sindaco compiacente con l’ideologia
Se siamo di fronte a un falso e a un illecito, allora, quali sono le strade per sanare questo vulnus giuridico? «Un atto del genere», commenta ancora Vitale, «potrebbe essere impugnato dall’ufficiale di stato civile nel momento in cui dovesse rifiutarsi di trascrivere ma, a quanto si apprende, in questa circostanza, l’ufficiale è stato compiacente. Dovrebbero essere il sindaco o l’ufficiale a non registrare l’atto illegittimo. Oppure può intervenire il pubblico ministero, nel caso in cui si dovesse attivare una denuncia per falso». In conclusione, ribadisce il docente, si è trattato di una «operazione ideologica e gli ideologi tipicamente stanno lontani dalla natura del diritto».
La propaganda arcobaleno di Gualtieri e Grassadonia
Del resto, molto più dell’atto in sé – che pure, tristemente, ha vari precedenti in altri Comuni italiani – colpisce il contorno propagandistico che l’ha accompagnato: dalla presenza del sindaco Gualtieri, che ci ha messo la faccia e ha posto il sigillo a questo pasticcio amministrativo, alle dichiarazioni trionfalistiche dello stesso primo cittadino, all’altrettanto enfatico videocollegamento con le due donne coinvolte nell’operazione, fino alla partecipazione dell’ormai onnipresente Marilena Grassadonia, coordinatrice dell’Ufficio Diritti Lgbt+ del Comune capitolino. In questa direzione, gli atti della giunta Gualtieri (come riportato anche da Pro Vita & Famiglia) sono numerosi ed emblematici e solitamente vedono la stessa Grassadonia nel ruolo di “madrina”: basti pensare ai progetti didattici a sfondo Lgbt attivi nelle scuole, all’uso di asterischi e schwa per rendere “neutri” i soggetti, fino all’inaugurazione del “treno arcobaleno” sulla linea A della metropolitana. Al fondo di questa propaganda montante, un dato di carattere simbolico rimane impresso: in qualità di sindaco e di pubblico ufficiale, Gualtieri proclama ciò che per lui rappresenta un progresso per l’umanità. E lo fa trasmettendo la sua idea della società del futuro: un mondo dominato da tecniche transumane, in cui la figura genitoriale è completamente svuotata di significato e quella paterna è ormai archiviata.