25/01/2014

Roma, propaganda GLBT nelle scuole

«L’omofobia si vince con l’e­ducazione, non con l’ideologia». In un  comunicato, Emma Ciccarelli, presidente del Forum delle Associazioni  Familiari del Lazio, ha voluto esprimere tutte le sue critiche al bando promosso  dall’assessorato scuola, infanzia, giovani e pari opportunità di Roma. Bando  che, con il titolo “Le cose cambiano”, si propone di inserire nelle scuole la  teoria del gender. Ovviamente, l’operazione è più sottile, si parla di contrasto  al bullismo omofobico, ma, nella sostanza, di questo si tratta, tanto che non  c’è nessun mistero sul fatto che il “corso” riporta tutte le idee delle  associazioni gay.

SEMPLIFICAZIONI E INDOTTRINAMENTI. Il progetto, pensato per  gli studenti delle scuole medie superiori, si avvarrà dei testimonial del bel  mondo dello spettacolo – Serena Dandini, Ferzan Ozpetek -, ma anche di  personaggi noti quali Umberto Veronesi (che predice l’avvento dell’era postspermatozoica), Dacia Maraini (che  dice che «la grammatica è sessista»), Francesca  Vecchioni (la figlia del cantante che, come vi avevamo raccontato, incita a usare  le parole di papa Francesco sui gay per far passare le  teorie gender). Le iscrizioni si chiudono domani e non sono mancate le  proteste di chi, pur ribadendo il proprio contrastato a qualsiasi tipo di  discriminazione, ha sollevato le proprie perplessità in merito alla vicenda. Il  forum delle associazioni famigliari del Lazio, come detto, ha mostrato tutto il  proprio sconcerto per non avere ancora ricevuto dal sindaco Ignazio Marino alcuna risposta alla  richiesta di un confronto inviatagli ben otto mesi fa. «Non solo – ha aggiunto  il Forum -: dopo aver smantellato tutte le politiche familiari che avevamo  contribuito ad attuare negli anni precedenti, vengono prese iniziative che  riguardano le famiglie romane senza confrontarsi con le Associazioni familiari o  dei genitori. Siamo contrari, come è ovvio, ad ogni forma di bullismo  all’interno delle scuole: ogni vita è degna indipendentemente dall’orientamento  sessuale e la violenza deve essere condannata fermamente da qualunque parte  provenga. Ma siamo altrettanto convinti che questo delicato tema educativo debba  essere trattato concordando con i genitori i modi e i tempi onde evitare  semplificazioni o indottrinamenti. Abbiamo ricevuto centinaia di mail da parte  di genitori spaventati per queste proposte educative che trattano temi così  delicati. L’omofobia si vince con l’educazione, non con l’ideologia».

APPALTO ALLE ASSOCIAZIONI LGBT. Anche Gigi De  Palo, combattivo ex assessore alla Famiglia, ha fatto sentire la propria  voce: «Siamo tutti contro l’omofobia e le discriminazioni, ma su temi così  delicati più che la propaganda serve il coinvolgi­mento dei genitori che  devono poter scegliere per i loro figli. Qui non si tratta di dire sì o no  all’omofobia, perché ogni di­scriminazione va combattuta con de­cisione,  che sia chiaro. Ma il Campi­doglio dimostra di non avere un pro­getto  educativo e preferisce appalta­re alle associazioni Lgtb un proble­ma  che invece va affrontato senza af­fermazioni ideologiche. Rifiutando, fra  l’altro, di coinvolgere le associa­zioni familiari e dei genitori.  L’adole­scenza è un periodo delicato di for­mazione della personalità. E  i genitori degli studenti, fra l’altro minorenni, hanno il diritto, anzi il  dovere di es­sere coinvolti preventivamente. Ri­cordo che non si tratta  di materie cur­riculari e le fa­miglie devono essere messe in  con­dizione di poter scegliere consape­volmente, conoscendo in maniera  dettagliata i progetti proposti. E se i genitori non intendono avvalersene per i  loro figli, il Comune ne deve pro­porre di alternativi».

Redazione di Tempi

 

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