Ennesimo successo delle Sentinelle in Piedi ieri a Roma, dinnanzi al Pantheon. Invece di riportare una cronaca del pomeriggio, abbiamo deciso di riprendere il racconto che Mario Adinolfi ha fatto della sua partecipazione alla manifestazione.
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Devo dire che verso il cinquantunesimo minuto in piedi fermo su un sampietrino del Pantheon dei rumorii alle ginocchia mi hanno fatto pensare: “Era proprio necessaria questa formula?”. Poi mi sono guardato i cinque-sei tristissimi contestatori venuti non ho capito a far cosa con i loro triangolini rosa, le barbette d’ordinanza, i sorrisini irridenti tutti identici e ho capito che era proprio questa formula a essere perfetta. Noi, in centinaia, silenziosi, a leggere. Loro, in pochissimi, spiazzati e privi di argomenti per rispondere. Perché noi eravamo là in piedi anche per loro, per la loro libertà.
Le Sentinelle in Piedi – Roma hanno avuto un grande successo, sono ansioso di vedere le foto perché con il Pantheon alle spalle la veglia di libertà deve essere stata anche bellissima. Perché eravamo lì? Perché è già stata approvata dalla Camera e ora potrebbe essere approvata dal Senato una legge voluta dal partito di cui sono stato parlamentare fino a un anno fa e scritta da una persona non stupida, Ivan Scalfarotto, che però avrebbe come inevitabile conseguenza la fine della libertà di opinione in Italia in materia di famiglia e di temi etici. Io mi sono affrettato a scrivere un libro su questi temi perché se lo avessi fatto tra qualche mese avrei rischiato la galera e lo stigma sociale. Già due volte per le mie opinioni nel Pd sono stato deferito ai probiviri con l’accusa di omofobia. Se diventasse legge il ddl voluto da Scalfarotto, certamente un magistrato zelante sotto denuncia di qualche gay ostile alle mie idee in tema di famiglia si potrebbe inventare un “incitamento all’odio” omofobico, equipararmi a razzisti e antisemiti, additarmi al pubblico ludibrio, mandarmi in carcere per un anno e mezzo. Non è una chiacchiera. Ho scritto in questi giorni della vicenda di Brendan Eich, ho incontrato ieri Costanza Miriano e mi ha raccontato di come in Spagna sia stata minacciata di arresto e i suoi libri bruciati in piazza. In Italia vorrei veder salvaguardata la libertà d’espressione e la libertà di educazione dei figli. Per questo ho fatto la Sentinella a Roma con Silvia e Clara.
La piazza era bella, piena di giovani, di donne, di libri importanti. Clara leggeva Peppa Pig, testo modello di famiglia naturale. Io un più complesso Gente non comune, di Eric Hobsbawm, uno storico marxista. L’ho portato perché racconta le lotte controvento di molti “uomini ai margini”, dai calzolai radicali ai maestri del jazz. Gente non comune, che non si conforma al mainstream: tutti cigni neri. E poi io, che marxista non sono e non sono mai stato, ho voluto dire che quella piazza è di tutti: cattolici, laici, persone di destra e di sinistra; c’erano preti santi e incalliti peccatori, tipo me. Tutti dobbiamo metterci in piedi, fare le sentinelle, per difendere la libertà di espressione. Anche di quelli che ci contestavano. Lo spiegava bene Brecht.
Tra le centinaia di libri che le Sentinelle leggevano ho riconosciuto qualche copertina rossa di Voglio la mamma e mi avete scaldato il cuore. La cosa deve aver fatto bene anche alle ginocchia e sono arrivato in fondo alla prova. La lotta per la libertà costa fatica: mescolare la fatica fisica a quella dell’incomprensione di molti è stato utile. Ci saranno altre veglie in tutta Italia. Non perdetevele, avvistate le Sentinelle nella vostra città. E’ una esperienza di gioia e di riflessione non comune. Grazie, ragazzi.
Mario Adinolfi