30/12/2020 di Luca Marcolivio

«Ru486 rende donna un “sarcofago”»: bufera sul consigliere Asciuti a Firenze. Ecco cosa è realmente successo

La campagna di Pro Vita & Famiglia sui danni della Ru486 ha fatto parecchio rumore anche a Firenze. A prendere le difese delle cause pro life è stato il consigliere d’opposizione Andrea Asciuti (Lega), contestato anche per aver utilizzato un’espressione molto tranchant: «Con la Ru486 la donna diventa il “sarcofago” del proprio figlio prima di espellerlo e gettarlo chissà dove». Gli esponenti del centrosinistra fiorentino, abituati a edulcorare molto i risvolti più inquietanti dell’aborto, si sono sentiti colti in contraddizione e hanno attaccato il collega leghista, non prima di aver ordinato la sospensione della campagna di Pro Vita & Famiglia, presente nel capoluogo toscano con alcune “vele”. A seguito della querelle consumatasi in consiglio comunale, Pro Vita & Famiglia si è fatta raccontare dal consigliere Asciuti la sua versione dei fatti.

 

Asciuti, cos’è successo davvero realmente in consiglio comunale?

«L’assessore alle Pari Opportunità, Benedetta Albanese, aveva deciso di diffidare Pro Vita & Famiglia e la ditta che aveva messo a disposizione la “vela”. Aveva anche pensato di rivolgersi all’Avvocatura del Consiglio Comunale di Firenze per valutare delle sanzioni contro Pro Vita & Famiglia ma poi ha fatto marcia indietro. In aula ho manifestato la mia contrarietà, in primo luogo perché l’articolo 21 della Costituzione garantisce la libertà d’espressione. Poi ho spiegato che la Ru486 è davvero un veleno e che può provocare una serie di effetti collaterali sulle donne che lo usano: emorragie, trombosi, nausee, ecc. Ho anche ricordato che il rischio mortalità per chi pratica l’aborto chimico è dieci volte superiore a quello per l’aborto chirurgico. Infine, ho citato i dati dell’Agenzia del Farmaco: in America la Ru486 ha fatto riscontrare almeno 4000 casi di complicazioni e 24 morti certe. Ho quindi chiesto all’assessore perché volesse ritirare la vela».

E l’assessore cosa ha risposto?

«Lei ha sostenuto che fosse tutto falso, perché l’AIFA ha autorizzato regolarmente questo farmaco che, quindi, per ciò stesso, andava bene. Allora ho dovuto insistere sull’importanza della vita. Va stabilito quando essa inizia e, a mio avviso, essa comincia al momento del concepimento. Ho parlato di Peter Singer – già consulente del premier spagnolo Zapatero – che auspicava lo sdoganamento dell’infanticidio e ho accennato anche al crollo demografico italiano: da noi le nascite non superano le 400mila all’anno e si stima che nel 2020 risulteranno ben al di sotto di questa soglia. I colleghi della maggioranza si sono molto irritati quando ho fatto notare che la Legge 194 prevede che l’aborto sia praticato alla presenza di un medico presso una struttura ospedaliera o in una struttura analoga prevista dalle regioni. Gli aborti, come minimo, non andrebbero praticati in totale solitudine: la donna più ritrovarsi con il suo embrione in mano e ciò può riservarle un vero choc psicologico. Intanto, anche la consigliera di Sinistra Progetto Comune, Antonella Moro Bundu, insisteva per la rimozione di tutti i manifesti di Pro Vita & Famiglia a Firenze. Purtroppo, questi colleghi si dimenticano dell’articolo 21 della Costituzione: se ci privassero della libertà di parola, precipiteremmo nella dittatura».

Secondo lei ha dato più fastidio l’espressione “sarcofago”, da lei usata, o il semplice fatto di aver ricordato che l’aborto è un omicidio?

«Ha sicuramente dato fastidio quando ho fatto notare che la donna diventa un sarcofago per il proprio embrione dopo l’assunzione della prima pillola, che anticipa la seconda che serve ad espellerlo. Quando ho detto questa frase, ho ricevuto anche minacce online: questo episodio mi ha fatto veramente male».

Quanto, infine, alla campagna di Pro Vita & Famiglia, perché, a suo avviso, ha suscitato tanto allarme nella sinistra fiorentina?

«Perché mette tutti di fronte alla verità: con la Ru486 tu uccidi un bambino. Ormai non siamo più negli anni ’70, quando non esistevano le ecografie e te la potevi cavare definendo l’embrione un “pezzettino di carne”. No, tu hai davanti un individuo umano che sta crescendo, che si muove, che a nove settimane già ha una forma, degli organi, un cuoricino che inizia a formarsi. Quando fai notare queste cose, loro la prendono male. I manifesti di Pro Vita & Famiglia danno fastidio perché ricordano una cosa profondamente vera: quel farmaco è un veleno, uccide il feto, uccide una nuova vita, oltre a provocare tutti gli effetti collaterali a cui accennavo. L’azione di Pro Vita & Famiglia, comunque, è importantissima ai fini di un cambiamento culturale che auspico possa avvenire nel Paese. Pannella purtroppo ha vinto: da noi ormai domina la cultura della morte, per questo è importante tornare ad affermare una cultura della vita. Credo proprio bisognerà lavorare tanto per cambiare questa mentalità».

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