25/03/2023

San Giuseppe, il padre alternativo

Suo malgrado, San Giuseppe è entrato nella polemica relativa alla registrazione all’anagrafe dei bambini di coppie omogenitoriali ed è stato invocato a modello di genitorialità alternativa.

La polemica è esplosa proprio il 19 marzo, giorno del padre putativo di Gesù e festa del papà. 

In risposta a dichiarazioni rese da esponenti del Governo, Nichi Vendola in un video  postato su Instagram ha quindi invocato San Giuseppe, spiegando che non era il padre biologico di suo figlio, ma ciononostante è icona della paternità, in quanto “papà sociale, un papà d’anima, un papà spirituale”. E poi in un’intervista a La Stampa ha ribadito polemicamente che “la patente di genitore te la conquisti con l’amore”.

Ora, la paternità di Giuseppe è universale e abbraccia senz’altro tutti gli uomini, a qualsiasi schieramento o orientamento sessuale appartengano, ma occorre smascherare l’operazione ideologica e la mistificazione demitizzante che sottostà a questa lettura.

Perché Giuseppe, come Maria, è piuttosto l’uomo che ha rimesso ogni sua determinazione in Dio, laddove il messaggio fondamentale dell’ideologia è, al contrario, che ogni individuo è un io padrone che può infrangere ogni limite, morale o biologico che sia. É l’uomo “servo”, che senza mai apparire ed essere protagonista, è diventato “colui che ha iscritto il Figlio di Dio e di Maria nell’anagrafe dell’umanità” e, quindi, della storia. (don Nicola Modarelli).

Giuseppe tace. Né c’è passo del Vangelo in cui egli pronunci parola, per cui il suo sì generoso, avviene, come per Maria, nel silenzio dell’obbedienza. Ma egli è autenticamente padre perché accudisce, protegge, sottrae ai pericoli il Figlio. Quindi, lo introduce alla vita, ma non lo trattiene per sé, non lo ingabbia nelle sue attese e anche nelle sue ansie. Il movimento del suo amore è piuttosto di quello “che 'ritira le mani' e lascia libero lo spazio in cui può farsi valere il carattere della persona di servire da fine a se stessa”, come ebbe a scrivere Guardini.

Forse per questo, accanto all’appellativo di padre, a Giuseppe la tradizione ha messo anche quello di “castissimo”. [...] La castità è infatti la libertà dal possesso non solo nel senso sessuale, ma in tutti gli ambiti della vita. “Solo quando un amore è casto, è veramente amore. [...] Il mondo ha bisogno di padri, rifiuta i padroni, rifiuta cioè chi vuole usare il possesso dell’altro per riempire il proprio vuoto” — ha scritto Papa Francesco nella Patris corde. 

Ed è qui lo scandalo!  

Perché quella di Giuseppe è davvero una paternità alternativa che elimina ogni confusione fra diritto e capriccio, fra amore e rivendicazione. Ed è un’obbedienza radicale, senza garanzie, senza salvagente, in cui, come la sua sposa, egli si gioca tutto: reputazione, volontà e la stessa vita. 

In questo senso la castità non è che la realizzazione di una fede scandalosa che disturba il volo in assenza di aria delle autodeterminazioni ideologiche, una paternità tutta sottomessa alla volontà di Dio.  

Clemente Sparaco 

 
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