La Grecia è uno dei pochi paesi in cui l'utero in affitto è legale anche per gli stranieri.
Ma in questi giorni il Paese è stato scosso da un enorme scandalo e una delle principali cliniche per la fertilità è stata chiusa dalla polizia.
Nove membri del personale sono stati arrestati; i neonati vengono tenuti in isolamento sotto sorveglianza della polizia nell'ospedale di Chania a Creta.
L'Istituto Mediterraneo per la Fertilità di Creta è stato imputato di traffico di esseri umani e frode, adozione illegale, acquisto e vendita illegale di materiale genetico e di embrioni, falsificazione di cartelle cliniche e di certificati medici e di matrimonio, lesioni personali. Il capo dell'Autorità nazionale per la riproduzione assistita, professor Nikolaos Vrachnis, è stato destituito perché sospettato di violazione dei doveri di vigilanza e corruzione.
La polizia greca afferma che l'organizzazione criminale ha abusato della vulnerabilità di oltre 160 donne povere provenienti da paesi come Ucraina, Romania, Moldavia, Georgia e Albania e le ha sfruttate come "donatrici" di ovociti e madri surrogate, orchestrando adozioni illegali e trattamenti di fecondazione artificiale contraffatti.
La polizia stima che per ogni bambino la clinica incassava dai clienti tra i 70.000 e i 100.000 euro, qualche volta fino a 120.000.
Il governo greco si è preso carico dei neonati e degli embrioni congelati.
La metà dei clienti della clinica pare fossero Australiani.
BioEdge ci informa che Sam Everingham, direttore globale di Growing Families, un’agenzia australiana di uteri in affitto, ha dichiarato a The Australian che il Mediterranean Fertility Institute era il suo più grande partner in Grecia, ma, vista la chiusura della clinica, ha già organizzato il business in Uganda.
Fonte: Neoskosmos.com
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