A Torino, l’Arcigay di Casa Arcobaleno organizza anche quest’anno una scuola di formazione per volontari, che possano poi operare nelle scuole della città.
Torino Oggi spiega che lo scorso anno, hanno tenuto ben 130 incontri nella scuola e in altri contesti pubblici.
La scuola di formazione, cominciata in questi giorni, durerà circa un mese e mezzo.
Per combattere l’omofobia a scuola, insegneranno la storia dell’omosessualità, e dell’associazionismo, dei diritti LGBTQIA(...).
Si insegnerà l’educazione di genere, la questione del linguaggio, in modo da contrastare quello discriminatorio, si approfondiranno «gli ambiti più vicini al mondo Queer e l’intersessualità. Uno dei percorsi formativi più importanti, spiegano da ArciGay, è quello di assistenza e sportello, per intervenire sulle situazioni di bullismo, cyberbullismo, e tutte le altre violenze che vengono perpetrate sotto la spinta dell’omofobia».
«Andrèe Manini parlerà di che cos’è il gruppo scuola e come agisce sul territorio. L’incontro continuerà trattando l’educazione alla sessualità, l’affettività e l’identità sessuale, il tutto attraverso delle attività pratiche che renderanno l’evento di formazione copartecipato e cogestito».
Per esempio, Il progetto “Giovani contro la violenza di genere” che si è svolto nei licei della provincia di Torino, sponsorizzato dall’Unione Europea, fin dal 2015 (chissà se sarà ripetuto anche quest’anno) spiega perché è importante che l’Arcigay entri nella scuola: «La lotta contro la violenza di genere – sia contro le donne che contro le popolazioni LGBT (lesbiche, gay, bisessuali e transessuali) – non può prescindere dalle azioni di appoggio ai cambiamenti culturali, principalmente nei gruppi di età più giovane per i quali ha a che fare con l’approccio di genere e alla propria sessualità».
Interessante questa questione del “cambiamento culturale” da promuovere nella scuola: non sa un po’ di “indottrinamento”? Ancor più interessante sapere quali dati sull’omofobia verranno presentati: quelli reali dell’OCSE e del Ministero degli interni o dello stesso associazionismo gay, che mettono l’Italia nella lista dei paesi più virtuosi del mondo – quanto a omofobia, oppure quelli inventati dalla propaganda (come i “milioni di aborti clandestini”, ricordate?).
Sarà anche interessante sapere se nell’ambito del discorso educativo e formativo si spiegherà ai ragazzi a scuola quali sono i rischi reali per la salute nell’intrattenere rapporti sessuali promiscui e in particolare con persone dello stesso sesso.
Comunque, questa è “l’educazione di genere”: non la chiamiamo gender, perché dicono che “il gender non esiste”.
Redazione
Fonte: Torino Oggi
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