Le scuole potrebbero essere un veicolo per la cultura della verità e della vita.
Spesso si sente dire che le scuole hanno perso quel ruolo fondamentale che hanno sempre avuto, ossia di far crescere i ragazzi non solo dal punto di vista culturale, ma anche umano.
Grazie a Dio non è così, almeno non dappertutto.
In America, ci sono molte scuole cattoliche, ad esempio, che ai propri studenti offrono la possibilità di avvicinarsi ad un altro tipo di cultura, quella della vita.
“Con una crescente attenzione per gli insegnamenti pro-vita offerti dalla Chiesa e la domanda di curricula pro-life, le scuole cattoliche hanno la possibilità di diventare veicoli indispensabili nel movimento pro-life, dove gli studenti hanno la possibilità di difendere la santità della vita e la dignità della persona umana”, ha detto il Dr. Jamie Arthur, direttore della Catholic Education Honor Roll, della Cardinal Newman Society.
“Molti docenti ci hanno detto che vorrebbero inserire gli insegnamenti pro-life nei loro curricula, ma non hanno il tempo di fare tutte le ricerche”, ha detto Cathy Daub, direttrice del Culture of Life Studies Program (CLSP) elaborato dalla American Life League.
L’obiettivo dell’organizzazione è proprio quello di andare incontro alle esigenze di genitori ed insegnanti che hanno il desiderio di avvicinarsi a questa cultura, per trasmetterla ai giovani.
Il CLSP infatti, offre agli insegnanti ed ai genitori un posto dove potersi formare ed imparare a tramandare ai ragazzi la verità sui temi etici, fornendo dei supplementi educativi che possono essere facilmente adattati alle lezioni in aula e anche ad interi corsi.
La bellezza di questo programma è che lavora con i migliori esperti pro-lifers – i leader del movimento per la vita, avvocati, scienziati – ed offre agli insegnanti e ai genitori un modo per interagire con gli studenti e aiutarli a capire ed applicare i principi pro-vita in tutte le aree dello studio.
“Fedeli agli insegnamenti della Chiesa Cattolica, tutti i nostri supplementi attingono dalla Scrittura, dal Catechismo, e da altri documenti della Chiesa per spiegare e sostenere la sua posizione sui temi etici”, ha dichiarato la Daub.
Secondo la dottoressa, “questa battaglia sarà vinta solo dotando le giovani generazioni con la verità assoluta, il coraggio e la saggezza di difendere la verità”.
La direttrice osserva che l’educazione pro-life è una scelta naturale specialmente nelle scuole cattoliche, ma l’obiettivo è quello di testimoniare il Vangelo della Vita dappertutto.
Missy Stone, di Students for Life of America (SFLA) – organizzazione pro-life che fornisce risorse e formazione per gli studenti, sia a livello di scuola superiore che universitario – ha confermato la crescente esigenza di diffondere questa cultura.
Specialmente nelle scuole medie e nelle scuole superiori – osserva la Stone – gli studenti devono ancora formare la loro visione del mondo e quando vanno all’università la visione che si sono creati viene messa sotto attacco. I ragazzi entrano nel mondo accademico e all’improvviso ogni principio morale viene messo in discussione.
È importante quindi, che gli studenti vengano preparati fin da giovani su questi temi, in modo da essere in grado di difendere e portare avanti la verità, anche di fronte agli attacchi più duri.
Il punto è che se si mettesse insieme una nuova generazione di pro-lifers, persino colossi come Planned Parenthood o NARAL (National Abortion and Reproductive Rights Action League) – per non parlare di tutte le associazioni abortiste – sarebbero messi in seria difficoltà nel propagandare le loro bugie, perché non c’è niente di più forte di una gioventù ben preparata e piena di slancio per la difesa della vita.
Tra i giovani si sono sempre fatte, e si continueranno a fare, battaglie per i diritti dei più deboli.
Questa è forse la più importante e la più degna di attenzione da parte dello Stato, perché è quella che mira a proteggere l’essere umano più debole al mondo, il bambino non ancora nato.
A questo punto la domanda sorge spontanea: perché lo Stato, in Italia, anziché diffondere nelle scuole una sessualizzazione precoce dei ragazzi (tramite l’ora di “educazione sessuale”) e porcherie come l’ideologia del gender, non incoraggia l’inserimento della cultura della vita tra le materie scolastiche?
Così facendo la scuola formerebbe futuri uomini e donne, più attenti e sensibili verso il prossimo, con una maggiore predisposizione verso i più deboli.
In poche parole, aiuterebbe a creare una società migliore.
Fonte: LifeSiteNews
Laura Bencetti