«Mancano gli strumenti didattici, le scuole cadono a pezzi ma si pensa a fare corsi sul bullismo omofobico. Il bullismo è tale “tout court”. Perciò contestiamo questo tipo di approccio ideologizzato e chiuso a ogni tipo di contributo esterno». Da Emma Ciccarelli, presidente del Forum delle associazioni familiari del Lazio, arriva una critica durissima alla nuova iniziativa della Giunta capitolina. Si tratta del bando promosso dall’Assessorato Scuola, infanzia, Giovani e Pari Opportunità dal titolo «Lecosecambiano@Roma» per sensibilizzare gli studenti romani al rispetto delle differenze, contribuendo così a contrastare il bullismo omofobico. «Siamo contrari, come è ovvio, ad ogni forma di bullismo all’interno delle scuole – spiega Ciccarelli – Ogni vita è degna, indipendentemente dall’orientamento sessuale, e la violenza deve essere condannata fermamente da qualunque parte provenga. Ma siamo altrettanto convinti che questo delicato tema educativo debba essere trattato concordando con i genitori i modi e i tempi, per evitare semplificazioni o indottrinamenti». E invece «nonostante siano 8 mesi che abbiamo chiesto di incontrare il sindaco Marino, ad oggi dalla sua segreteria non abbiamo avuto alcuna risposta. Chiediamo che sull’educazione dei giovani le famiglie abbiano voce in capitolo. Invece viviamo un’invasione di campo nella sfera educativa».
Un’entrata a gamba tesa come, dimostra la vicenda del «genitore 1» e «genitore 2»: «Siamo completamente in disaccordo – dice il presidente del Forum – in quanto madre e padre non sono solo un riferimento biologico ma anche identitario per la crescita armonica della persona».
Ritiene che sia in atto quell’imposizione strisciante dell’ideologia gender sulle cui modalità, ad esempio, i vescovi polacchi hanno recentemente lanciato un serio allarme? «È il cambiamento di un sistema culturale – afferma Ciccarelli – Nella nostra associazione abbiamo diversi consultori familiari che riportano il vissuto di persone fragili per le quali la perdita di punti di riferimento stabili è deleteria. Per questo chiediamo un confronto immediato con il sindaco e l’assessore Cattoi: abbiamo ricevuto centinaia di mail da parte di genitori spaventati per queste proposte educative che trattano temi così delicati. L’omofobia si vince con l’educazione, non con l’ideologia».
Ma non c’è solo il fronte educativo: «Sono state smantellate tutte le politiche familiari che avevamo contribuito ad attuare negli anni precedenti – accusa Ciccarelli – Penso ai bandi per il Marchio famiglia nei negozi con sconti per le famiglie o alla Family card; il “quoziente Roma” è stato annullato, mentre poteva essere rivisto e potenziato per tariffe proporzionali ai carichi familiari. Erano inziative deliberate, con fondi stanziati, e invece sono state completamente accantonate, anche con uno spreco economico. Contribuivano a migliorare la qualità della vita delle famiglie e invece si dà la priorità a bisogni che non sono quelli della maggior parte delle famiglie romane. Per questo – conclude – chiediamo di fare parte di un tavolo di lavoro sulle politiche familiari, perché l’amministrazione possa avere il polso dei bisogni reali».
Andrea Acali
Fonte: Il Tempo