Tornano a vegliare le Sentinelle in Piedi. O, meglio, continuano a rimanere vigili come hanno fatto ininterrottamente dall’estate del 2013. Allora il tema caldo era il ddl Scalfarotto sull’omofobia, oggi è il ddl Cirinnà sulle unioni civili.
Ddl Cirinnà che arriverà alla votazione in aula a partire da martedì 16 febbraio e che ha portato quindi le Sentinelle in Piedi ha prendere la decisione di vegliare proprio quel giorno in piazza Montecitorio, dalle 21 alle 22.
La maggior parte degli italiani non vuole il ddl Cirinnà. Lo testimoniano i sondaggi, ma lo dicono anche le mobilitazioni in atto per fermare questa legge “famiglicida”. Il Family Day, le Sentinelle in Piedi, l’iniziativa Un’Ora di Guardia, le conferenze che proliferano in giro per l’Italia, gli articoli e i video che escono in continuazione...
A seguito della veglia nazionale di fine gennaio (si veda qui il Comunicato Stampa redatto per l’occasione, ma ancora attuale), le Sentinelle in Piedi scrivevano: “Il matrimonio è la sola unione civile. Lo ri-conosce la Costituzione, prendendo atto che la famiglia pre esiste rispetto alla Carta stessa, che questa “società naturale fondata sul matrimonio” è precedente al diritto positivo e che è essenziale per il Bene Comune, poiché è l’unica capace di garantire la prosecuzione delle generazioni e quindi la costruzione della società. Non è solo questione di differenza genitoriale, è, prima ancora, una questione di complementarietà uomo donna, di responsabilità, di fedeltà e di progettualità dell’amore sponsale, di apertura alla vita. Che è possibile solo dove c’è l’unione stabile tra un uomo e una donna. [...] Il matrimonio – e quindi la famiglia – non si fonda sul “sentimento”. La disciplina del matrimonio parla di diritti e di doveri fra marito e moglie e nei confronti dei figli, parla di obbligo reciproco alla fedeltà, di assistenza morale e materiale, di fissare l’indirizzo della vita famigliare.
Una legge dunque non renderà uguali due realtà differenti, poiché non è lo Stato a rendere unite due persone, non è l’uomo a decidere l’ordine della realtà. Esiste infatti la legge naturale che viene prima di ogni legge statale a cui il diritto civile di un governo democratico dovrebbe piegarsi per evitare il prevalere dell’opinione del più forte. Questa legge, riconoscibile nella realtà da ogni uomo di buona volontà che usi il cuore e la ragione, prevede che solo la donna e l’uomo siano complementari e potenzialmente fecondi.
Si è padre e madre perché prima di tutto si è sposi e si diventa genitori l’uno attraverso l’altro. Questa verità é così potente e attraente da coinvolgere anche il figlio ancor prima che venga all’esistenza: il figlio è il per sempre degli sposi.
Questa legge è contro il matrimonio perché legittima la considerazione di un figlio come un oggetto. Se questo testo diventasse legge due persone adulte avrebbero il diritto, in funzione unicamente di un desiderio, di fabbricare un bambino con gameti e utero esterni, sfruttando il corpo di donne straniere (che avvenga a pagamento o meno, resta inaccettabile) di tornare in Italia e di vedersi riconosciuto quel bambino come figlio, quando figlio non è. Prima che di capacità genitoriale dunque, prima ancora di complementarietà di figure di riferimento e ancor prima che di legami biologici, questa legge è sbagliata perché crea una mentalità distorta, facendo credere che basta il sentimento per definire l’amore e che basti “desiderare” un bambino per possederlo, sebbene si violenti la natura e si vada contro il senso di sacralità della vita, che oggi sembra merce in via di estinzione”.
La Redazione di ProVita invita chiunque ne abbia la possibilità a prendere parte alla veglia delle Sentinelle in Piedi di martedì 16 febbraio a Montecitorio. Contro le unioni civili, per il diritto dei bambini!
Redazione