Le Sentinelle in Piedi avevano già subito azioni di disturbo e aggressioni, prima dei fatti accaduti il 5 ottobre scorso. Per esempio a Perugia, il 29 marzo.
Pochi giorni fa, sul sito dell’associazione Omphalos di Perugia, veniva pubblicato un articolo in cui ci si chiedeva quali fossero state le cause dell’azione penale avviata a proposito di tali fatti da parte della Procura della Repubblica del capoluogo umbro; fatti che hanno visto protagonisti alcuni appartenenti della stessa Omphalos-Arcigay-Arcilesbica.
In questo comunicato ufficiale di Omphalos PG, si legge:
“Addirittura alcuni di noi, che evidentemente sono sembrati particolarmente violenti, hanno commesso il gesto folle e rivoluzionario di scambiarsi sulla piazza un lungo bacio.”
e subito dopo:
“L’associazione Omphalos Arcigay Arcilesbica non ha partecipato in alcun modo a quella contromanifestazione”
Vorremmo far partecipe il lettore delle due frasi in palese contraddizione tra loro; Omphalos-arcigay-arcilesbica c’erano con i loro rappresentanti o no?
Secondo questo articolo, la storia è un’altra: a dire di Stefano Bucaioni tesoriere di Omphalos PG, il capo di imputazione sarebbe l’art. 659 del Codice Penale: Chiunque, mediante schiamazzi o rumori, ovvero abusando di strumenti sonori o di segnalazioni acustiche ovvero suscitando o non impedendo strepiti di animali, disturba le occupazioni o il riposo delle persone, ovvero gli spettacoli, i ritrovi o i trattenimenti pubblici, è punito con l’arresto fino a tre mesi o con l’ammenda fino a trecentonove euro.
Risulta davvero difficile che un semplice bacio possa causare un disturbo della quiete pubblica… può essere che quel capo di imputazione sia riconducibile a ciò che si può vedere in questo video?
La Questura perugina con un breve ma chiarissimo comunicato sul Quotidiano dell’Umbria, afferma:
“Noi non abbiamo incriminato, né incarcerato nessuno, né tanto meno censurato baci dati in pubblico. Abbiamo fatto solo quello che prescrive la legge. C’era una manifestazione regolarmente autorizzata e c’erano persone che ne disturbavano lo svolgimento. Noi siamo obbligati a tutelare il diritto di tutti di protestare in forme pacifiche e legali. E’ la semplice tutela costituzionale della libertà di espressione. Poi sull’episodio, come è nostro obbligo e dovere, abbiamo relazionato alla Procura della Repubblica. E’ la magistratura che ha deciso poi di provvedere alla notifica di alcuni capi d’accusa ai protagonisti degli episodi”.
Redazione
Fonte: Quotidiano Dell’Umbria