06/10/2016

Sentinelle in Piedi: sabato la veglia numero 500!

Sabato pomeriggio a Brescia – la città da cui tutto è partito – le Sentinelle in Piedi accenderanno le candeline della cinquentesima veglia. Il che, in poco più di mille giorni, non è affatto un brutto risultato.

Quasi in contemporanea anche la città di Erba si alzerà in piedi. Qui il Comunicato Stampa ufficiale diramato per l’occasione.

«Sentinelle in Piedi è una resistenza formata da persone che vegliano su quanto accade nella società denunciando ogni occasione in cui si cerca di distruggere l’uomo e la civiltà. Le Sentinelle vegliano nelle piazze per risvegliare le coscienze intorpidite e passive di fronte al pensiero unico. Ritti, silenti e fermi vegliamo per la libertà d’espressione e per la tutela della famiglia naturale fondata sull’unione tra uomo e donna». Questa la presentazione delle Sentinelle sulla pagina Facebook.

L’idea nasce nell’estate del 2013 in un bar di Brescia dove un gruppo di amici decide di adottare la protesta dei Veilleur Debout, «un gruppo resistente silenzioso che si rivolge contro l’ingiustizia e la menzogna dei governi e che denuncia le leggi che distruggono l’uomo e la civiltà».

In pochi giorni si decide così di organizzare la prima veglia che consiste nello schierarsi ordinatamente in piazza, in file parallele con un libro in mano per suggerire che bisogna sempre essere informati, con discernimento, andando oltre ciò che i mass media ci propinano.

L’occasione che fa scoccare la scintilla di questa prima veglia è la discussione in Commissione Giustizia alla Camera del ddl Scalfarotto contro l’omofobia, un pericoloso inganno che dietro alle belle parole in difesa degli omosessuali, presunte vittime di discriminazioni, nasconde il bavaglio alla libertà di espressione.

All’inizio pochi capiscono questa iniziativa e coloro che si sentono “sgamati” reagiscono cercando di dissuadere la protesta silenziosa.

Alla seconda veglia bresciana per esempio, sono presenti un centinaio di persone. Ma secondo la giornalista inviata di un quotidiano locale i partecipanti sono solo una quarantina…

Questo è il primo vero segnale che le Sentinelle in Piedi hanno azzeccato il metodo: un silenzio che fa impazzire chi è abituato alle urla e agli scontri di piazza, e che lo scrittore Roberto Saviano definirà «violenza culturale» (cadendo nel ridicolo).

In tutta Italia arrivano richieste di adesione. Contro le Sentinelle si passa dalla violenza verbale fatta di urli e insulti, a quella fisica. In seguito a uno di questi attacchi Mario Adinolfi scrive: «Repubblica racconta la veglia delle Sentinelle a Bologna come un “sit in anti-gay” organizzato da “ultracattolici” e offre l’ultima parola a questi vigliacchi che sono andati in quattrocento contro qualche decina di padri e madri di famiglia: Abbiamo cacciato i fascisti’, dice l’assalitore alla compiaciuta giornalista di Repubblica che racconta le Sentinelle sempre oscillando tra il sostantivo “guardiani” e gli aggettivi “ultracattolici” e “postfascisti”».

Ci saranno altri attacchi, altre veglie, nuove città che aderiranno. Il ddl Scalfarotto verrà congelato dopo una serie di emendamenti che lo snatureranno, intanto però altri fatti, altre leggi, il divorzio breve, le unioni civili, la proposta di legalizzazione della cannabis, di rivedere la legge sulle adozioni per legalizzare la compravendita di bambini, di introdurre l’eutanasia, richiameranno migliaia di persone nelle piazze italiane a testimoniare in favore della famiglia.

Testimoniare non significa vincere subito, ma gettare il seme che faccia crescere una società più giusta per il futuro dei nostri figli.

Sono passati poco più di mille giorni dall’inizio di questa avventura. L’obiettivo che ci si prefiggeva era quello di far vedere che la maggioranza degli italiani non ci sta, non accetta che nelle scuole entri l’ideologia del gender (definita da Papa Francesco «sbaglio della mente umana» e, proprio in questi giorni in Georgia, «cattiveria sui bambini» e «guerra contro il matrimonio») che si votino leggi che cozzano con la visione antropologica di un popolo, che in cinque minuti si cambino con la forza e la minaccia del carcere (previsto nel ddl Scalfarotto per l’omofobia, un reato NON definito nel codice penale, un unicum pericolosissimo nella storia dell’Italia repubblicana) le regole della pacifica convivenza, che si permetta l’abominevole pratica dell’utero in affitto.

Le Sentinelle in Piedi continuano la loro attività e sabato prossimo 8 ottobre a Brescia, in piazza Vittoria, alle ore 16:30. Festeggeranno quindi la veglia n. 500, un’occasione per trovarsi insieme a rinnovare la propria disponibilità e continuare imperterriti ad affermare che in estate le foglie sono verdi e due più due fa e farà sempre quattro.

Attilio Negrini

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