Dal 16 al 18 settembre scorsi si è tenuta la conferenza regionale del Congresso Mondiale della Famiglia (WCF) a Belgrado.
E’ stato un grande successo.
La conferenza è stata organizzata nei locali del Parlamento serbo dal movimento serbo Dveri , da tempo partner di WCF in Serbia.
Infatti, il fondamento di tutto il programma politico del partito Dveri è la famiglia naturale: con l’incoraggiamento delle organizzazioni aderenti al WCF da tutto il mondo, Dveri ha presentato la sua agenda politica pro-famiglia per il popolo serbo alle elezioni parlamentari di quest’anno, riscuotendo 7 seggi, con il 5% abbondante dei voti, che per un partito alle prime armi è un notevole successo. I Serbi hanno riconosciuto l’importanza della difesa della famiglia naturale e delle politiche a favore della famiglia.
I relatori che si sono avvicendati sul palco venivano da diversi Paesi del mondo. C’erano, tra gli altri, Brian Brown, presidente della WCF; Don Feder, Direttore e coordinatore delle Conferenze regionali per WCF; Luca Volonté di Novae Terrae; Levan Vasadze, l’organizzatore della X conferenza mondiale del WCF, a Tbilisi, in Georgia, dove ProVita ha tenuto due relazioni; Alexey Komov, rappresentante della Russia, e Fabrice Sorlin, un membro del Consiglio consultivo della WCF. Tra i relatori serbi Bosko Obradovic, presidente di Dveri ; Nemanja Zaric, Misa Djurkovic, Direttore dell’Istituto di studi europei; Mila Todorovic, del Center for Reproductive Ethics e rappresentante Save The One in Serbia; e molti altri.
I temi della conferenza hanno spaziato dalla crisi demografica in Serbia e nel mondo alle conseguenze dell’aborto, alla cura della sindrome post-aborto, all’analisi critica dei progetti di legalizzazione dell’eutanasia, dell’utero in affitto, e delle unioni tra persone dello stesso sesso; si è parlato inoltre dell’importanza dell’ homeschooling; del totalitarismo dell‘ideologia gender e LGBT e delle politiche a favore della famiglia per il futuro per la Serbia.
Dopo la conferenza, un corteo gioioso ha sfilato per le vie di Belgrado, per la famiglia e con famiglie, bambini e palloncini. A tale corteo hanno partecipato il doppio delle persone che hanno presenziato negli stessi giorni al Gay Pride, che però è stato organizzato con ampi mezzi economici e cospicui finanziamenti governativi.
Redazione