Cresce l’attesa per il referendum previsto per domani sabato 7 febbraio in Slovacchia, dove le cittadine e i cittadini potranno votare “sì” o “no” a tre importanti quesiti che riguardano soprattutto la famiglia : la definizione del matrimonio quale unione tra un uomo e una donna, l’esclusione delle coppie dello stesso sesso dalla possibilità di adottare ed educare un bambino e, infine, il diritto dei genitori di decidere di non fare partecipare i figli a lezioni in cui si insegnino la teoria di genere o tesi a favore dell’eutanasia.
Un referendum dall’alto valore simbolico lanciato nel marzo 2013 dal movimento apolitico e aconfessionale Alleanza per la Famiglia (nato poco più di un anno fa per difendere la famiglia e il matrimonio fondato sull’unione fra uomo e donna), che non andrà a modificare alcuna legge specifica, ma che piuttosto riuscirebbe a prevenire, qualora vincesse il sì, l’introduzione in futuro di normative che modifichino l’istituto matrimoniale facendo sentire il peso dell’opinione pubblica slovacca.
Al fianco del “sì” sono anche scesi in campo i vescovi slovacchi che hanno invitato i cattolici, attraverso una lettera pastorale recapitata in tutte le parrocchie, ad andare a votare compatti per difendere la famiglia dagli attacchi e le pressioni delle lobbies LGBT che da anni tentano di sovvertire l’ordine costituzionale slovacco chiedendo le legalizzazioni dei matrimoni omosessuali e l’adozioni per le coppie dello stesso sesso.
Il nostro augurio, ovviamente, è che sabato gli slovacchi possano far prevalere la ragione e il buonsenso su chi, ancora una volta, cerca inutilmente di distruggere la famiglia e il matrimonio.
Luca Colavolpe Severi