Open Democracy, il sito web della Open Society Foundation di George Soros, ha ultimamente preso di mira i centri affiliati ad Heartbeat, un’organizzazione prolife che fornisce alle donne informazioni sulle conseguenze psico-fisiche dell’aborto volontario, spiegando loro come si tratti di un omicidio a tutti gli effetti.
Il servizio messo su da Open Democracy era finalizzato a mostrare quell’impegno come una pericolosa opera di disinformazione, definendolo addirittura come «un grave rischio per le donne e la democrazia». Una macchina del fango azionata inviando reporter sotto copertura che si fingevano donne con gravidanze indesiderate che si rivolgevano ai centri affiliati di Heartbeat in Ohio e in diciotto altri paesi.
Secondo quanto riportato da Open Democracy la loro “indagine” avrebbe scoperto che: ad alcune donne sarebbe stato detto che l'aborto aumenterebbe i rischi di cancro e malattie mentali; che una donna ha bisogno del consenso di un partner per accedere all'aborto; e che gli ospedali rifiuteranno di curare le complicazioni mediche dall'aborto.
Ma guardando il video della cosiddetta “inchiesta” si possono solo ascoltare quelle che si presentano come “testimoni” di ciò, ovvero i reporter sotto copertura inviati dalla società di Soros e le registrazioni di alcune risposte fornite da quelli che si presume siano volontari ma in realtà non è possibile reperire le domande dei reporter, non c’è la prova di un botta e risposta e non si capisce su quali basi siano state fornite quelle risposte.
Nonostante l’inconsistenza di tali “prove”, alla diffusione del video, è seguita immediatamente una levata di scudi generale da parte delle deputate Vera Tax, Hilde Vautmans, Sylvie Guillaume e Gwendoline Delbos-Corfield e dal loro collega Fred Matić, contro l’attività di Heartbeat. I politici prolife…non pervenuti!
Così, mentre l’OMS e non solo, si preoccupa esclusivamente di preservare l’aborto come diritto, anche attraverso il finanziamento di progetti sull’educazione sessuale studiati ad hoc, la crisi demografica incalza e non si ha niente di meglio da proporre che andare a dare il colpo di grazia a quelle poche realtà che cercano ancora di preservare la vita umana, riconoscendo la preziosità sotto ogni aspetto.
di Manuela Antonacci