Un giorno, abbastanza all’improvviso, Sheila Lewis (nella foto di National Right to Life), una nonna del Minnesota, ha iniziato a perdere rapidamente la memoria.
Non riusciva a capire che giorno fosse, continuava a dire aveva il cervello annebbiato, ha dimenticato i nomi dei nipoti, i nomi delle figlie, e poi il suo stesso nome.
Portata in ospedale a Fargo, le sue condizioni sono peggiorate. Ha perso la capacità di parlare. Le sono stati inseriti tubi per la respirazione e l’alimentazione ed è stata collocata nell’unità di terapia intensiva dell’ospedale.
Senza alcun miglioramento, la famiglia l’ha trasferita alla Mayo Clinic. Ma anche i dottori di fama mondiale della Mayo Clinic le hanno detto di non aver mai visto un caso come quello di Sheila. Non sapevano nemmeno con che cosa avevano a che fare di preciso.
Sheila è caduta in coma ed è rimasta insensibile per settimane. E’ stato diagnosticato quindi lo “stato vegetativo”.
Alla fine, la famiglia ha deciso di disconnettere le macchine di supporto vitale che l’aiutavano a respirare e le fornivano cibo e acqua.
Ma Sheila non è morta. E’ stata portata a casa della figlia e sono passati dodici lunghi giorni senza cibo, acqua o ossigeno. Poi, un giorno, all’improvviso, Sheila ha chiesto proprio dell’acqua.
Da quel momento ha cominciato a riprendersi. I medici della Mayo Clinic hanno detto che la parola ” miracolo ” non va usata a cuor leggero, ma in questo caso è del tutto appropriata.
La nonna, con i figli e i nipoti ha festeggiato davvero un buon Natale, quest’anno.
Redazione
Fonte: National Right to Life
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