Il coronavirus ha non solo influenzato gli aspetti centrali della vita quotidiana – lavoro, scuola, famiglia, pubblico esercizio della religione, tempo libero, ecc. –, ma ha anche per lungo tempo occupato la gran parte dell’attenzione pubblica e mediatica. Una delle conseguenze è stata anche la cancellazione di numerose manifestazioni pubbliche, col rischio che la voce ed i bisogni di alcuni settori della società passassero in secondo piano.
Proprio per evitare che le necessità della famiglia, uno dei gruppi più colpiti dalla crisi, venissero relegati in un cassetto, la coalizione tedesca “Familie geht vor!” (“Prima la Famiglia!”) ha deciso di mettere in scena una spettacolare azione. Il piano iniziale di “Familie geht vor!” – associazione sorta negli ultimi mesi dall’alleanza di 15 gruppi, tra cui Demo für Alle, “cugina” tedesca di Pro Vita & Famiglia – prevedeva una grande manifestazione di piazza per il 28 giugno a Würzburg, nel cuore della Germania, un evento che sarebbe stato il primo di questo genere nel paese.
Pur dovendo fare i conti con le restrizioni ancora in vigore, i sostenitori della coalizione a difesa della famiglia non si sono dati per vinti ed hanno ideato qualcosa di più che non un semplice rimpiazzo: un variopinto gruppo di giovani ha calato e sospeso uno striscione da uno dei ponti più suggestivi di Würzburg, con alle spalle lo splendido scenario della fortezza di Marienberg. Sullo striscione la scritta “Politikwende jetzt! Familie geht vor!” – “Tempo di un cambio di rotta della politica! Prima la Famiglia”.
Così Hedwig von Befervoerde, una delle iniziatrici e portavoce dell’azione, spiega l’origine dell’iniziativa: “A causa delle restrizioni abbiamo dovuto cambiare il modo di manifestare, ma questo non significa che ci facciamo mettere il bavaglio. Proprio ora col lockdown è divenuto più che mai chiaro che senza l’impegno erculeo della famiglia – ovviamente non retribuito – lo Stato non ce la farebbe. La famiglia è insomma l’istituzione fondante per eccellenza.”
L’azione non è stata però un evento isolato, fine a se stesso, ma è servita da altoparlante alle associazioni coinvolte ed alle cinque richieste che rivolgono alla classe politica tedesca, sempre più dimentica, se non nemica, della famiglia: 1- difesa di matrimonio e famiglia tradizionali; 2- riconoscimento del diritto dei genitori a determinare l’educazione dei figli; 3- difesa del diritto dei bambini ad avere un padre ed una madre; 4- difesa dei bambini dall’indottrinamento dell’ideologia gender e del movimento LGBT, come anche dalla scandalosa educazione sessuale propagata nelle scuole; 5- impegno della politica verso una vera giustizia ed equità economica per le famiglie.
Per sostenere queste richieste è stata inoltre lanciata una petizione online in collaborazione con CitizenGo Germania, già sottoscritta da oltre 20.000 firmatari. A concludere l’azione è stata poi organizzata una tavola rotonda, con la partecipazione di esperti di temi relativi alla famiglia, tra cui in primo luogo la scrittrice e giornalista Gabriele Kuby, conosciuta in tutto il mondo specie per il libro “La rivoluzione globale sessuale”. I partecipanti sono concordi nel riconoscere le verità più evidenti, iscritte nel cuore di ogni persona, e che pure oggi vengono da tanti negate, se non addirittura aspramente combattute: che la famiglia è il luogo in cui si apprendono solidarietà, empatia, amore e che niente e nessuno – né lo Stato né la scuola o l’asilo – può sostituire il ruolo naturale di padre e madre, tanto più necessario nei primissimi anni di vita, quando il bambino ha bisogno di legami profondi e saldi.
Hedwig von Beverfoerde tira le somme delle diverse componenti dell’iniziativa: “Idee anti-famiglia si diffondono sempre più, e la politica non fa che metterle poco a poco in atto – sostenuta in questo da potenti lobbies e dai media. Noi domandiamo invece un cambio di rotta della politica, a beneficio della famiglia. Per raggiungere questo scopo bisogna mostrarsi pubblicamente ed in maniera efficace. Ed è questo quello che abbiamo fatto con la nostra azione a Würzburg".